Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: a Torino e provincia 15 reati al giorno
Quindici denunce al giorno. Quindici storie che raccontano una quotidianità scandita da insulti, violenze, mortificazioni e umiliazioni. Quindici storie che hanno come teatro le mura domestiche, dove le vittime sono per la maggior parte donne e i figli spesso assistono spaventati e impotenti. È una fotografia che annichilisce quella che emerge dalle migliaia di pagine che compongono i fascicoli d’inchiesta delle Procure di Torino e Ivrea (Corriere della Sera)
Su altri giornali
“Il primo passo per cambiare tutto è chiedere aiuto”, recita il claim del manifesto, che ritrae cinque donne (tra cui una carabiniera) con sotto i numeri 112 e 1522. «Ho pensato a questo manifesto dopo aver visto i video dei carabinieri contro la violenza di genere. (Torino Cronaca)
Un tappeto rosa viene srotolato in piazza Castello quando mancano dieci minuti alle 21. Una ragazza si commuove. Dice: «Sono 106. Dopo Giulia Cecchettin non è cambiato niente». L’ultima a Torino si chiamava Roua Nabi, è stata uccisa dall’ex marito lo scorso settembre. (La Stampa)
La ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, al fine di invitare gli Stati a organizzare e promuovere iniziative di sensibilizzazione su una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e persistenti. (Normanno.com)
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la Regione Piemonte ribadisce il suo impegno a sostegno delle donne vittime di tutte le forme di violenza avvalendosi di una rete composta da 21 centri antiviolenza, oltre 80 sportelli e 13 case rifugio. (newsbiella.it)
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la Regione Piemonte ribadisce il suo impegno a sostegno delle donne vittime di tutte le forme di violenza.. (Virgilio)
"Il primo passo per cambiare tutto è chiedere aiuto". E' il manifesto realizzato da Chiara Pasquero, studentessa (La Repubblica)