Inchiesta hacker, Marcell Jacobs e il suo staff spiati dopo l'oro alle Olimpiadi di Tokyo

Approfondimenti:
Ponte sullo Stretto

Con il passare dei giorni emergono nuovi dettagli inquietanti sull'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano sul gruppo di cyber-spie. La situazione desta grande paura, visto che in ballo ci sono informazioni delle banche dati strategiche nazionali. Ora sono spuntati anche un dossier e intercettazioni che avevano messo nel mirino Marcell Jacobs e il suo staff. E c'è un particolare che non può sfuggire: stando a quanto riferito dal Corriere della Sera, il tutto sarebbe avvenuto 11 giorni dopo la notte olimpica di Tokyo in cui l'atleta italiano ottenne lo storico oro nei 100 metri. (il Giornale)

Ne parlano anche altre fonti

Ansa (Avvenire)

Come emerge dalle carte dell'indagine della Procura di Milano, che ha indagato a vario titolo 51 persone, tra cui Gallo e Pazzali, per attività illecite riconducibili al business di Equalize, tra cui accessi abusivi a database, la società milanese, con sede nella centralissima via Pattari, aveva clienti di primo piano. (WIRED Italia)

Un’inchiesta si allarga e svela trame degne di una spy story firmata da le Carrè. Nel mirino dei magistrati, infatti, è finito anche Stefano Speroni, il potente capo degli affari legali di Eni: l’accusa è di concorso in accesso abusivo a sistema informatico. (Domani)

Inchiesta hacker, l’identikit dei 68 nella banda delle spie: “Sono più tecnologici delle forze di polizia”

Continuano a emergere nuovi elementi, sempre più inquietanti, dall'inchiesta della Dda di Milano e dalla Dna sui presunti dossieraggi illeciti. (RaiNews)

"Temo per l'incolumità mia e della mia famiglia, mi passavano i dati e io facevo i report, eseguivo". "Sono preoccupato, avevo percepito che dietro a questo sistema c'era qualcosa di oscuro". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Milano — Saranno stati pure «un pericolo per gli interessi vitali delle istituzioni», ma alcuni di loro si accontentavano di molto meno. Come la divisa arruolata dalla banda degli spioni che riceveva in regalo dal negoziante di Seregno un paio di Hogan in cambio di un passaporto facile. (La Repubblica)