UE, Marsilio: “Un piano industriale per l’automotive è cruciale per l’Europa”
(REGFLASH) Bruxelles, 21 nov. – “Il rafforzamento della competitività europea resta centrale e l’Unione sta finalmente agendo per proteggere i suoi interessi strategici, a partire dal settore automobilistico.” Lo ha dichiarato Marco Marsilio, Presidente della Regione Abruzzo e del Gruppo ECR al Comitato delle Regioni, intervenendo alla Riunione del Gruppo interregionale CoRAI a Bruxelles. Marsilio ha accolto con favore l’annuncio di un piano d’azione industriale per l’automotive, definendolo “fondamentale per preservare questa industria in Europa e garantire una transizione giusta per tutte le regioni. (Regione Abruzzo)
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Non c’è nulla di peggio di Report dal punto di vista informativo perché è sempre molto plausibile quello che dicono, ma nella loro plausibilità alla fine ti portano sempre verso il loro bias politico, verso il loro orientamento ideologico. (Nicola Porro)
Un limite che scenderà a 94 g/km nel 2025, valore che potrebbe quindi portare multe nel settore automotive complessivamente superiori ai 16 miliardi di euro, con evidenti ricadute sull'indotto. (La Gazzetta dello Sport)
Così il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso a 'Giù la maschera' su Radio 1 Rai, sottolineando che l'Italia ha preparato un «position paper» da presentare al Consiglio Ue competitività del 28 novembre e sul quale il ministro si è detto «fiducioso» si possa creare «una significativa alleanza dei paesi Ue». (Il Messaggero - Motori)
Torinese, classe 1987, giornalista pubblicista con la voglia di raccontare quello che accade nel mondo e la fortuna di riuscire a farlo. Tra le mie passioni ci sono il cinema, lo sport e tutto ciò che è inerente al mondo dei motori e alle continue evoluzioni tecnologiche (e sostenibili) dei mezzi a quattro e a due ruote. (Virgilio)
La situazione di persistente calo della domanda che il settore automotive sta vivendo non è probabilmente da attribuire soltanto o in gran parte alla mancata risposta del mercato nei confronti della mobilità elettrica, ma anche ad altre ragioni come la ridotta capacità di spesa delle famiglie (soprattutto del ceto medio, posto che esso esista ancora), l’agguerrita concorrenza dei produttori asiatici in generale, nuovi stili di vita che privilegiano filosofie diverse da quelle generalmente adottate finora dalle generazioni più anziane (ad esempio, i giovani della gen Z sembrano dare priorità ad altri aspetti della propria esistenza che non siano necessariamente quelli di possedere a tutti i costi un'automobile, aspetto che ha invece costituito un elemento fondamentale di emancipazione e status per padri e nonni). (Primonumero)