Elio (senza le Storie Tese) ride ma non troppo: “Il rap? Non è musica. E che umiliazione l’autotune anche a Sanremo”

05/03/2025 CULTURA E SPETTACOLO

Milano – “Sulla carta questo spettacolo era più complicato di quello su Jannacci, ma sono un amante del rischio e ho voluto provarci” ammette Stefano Belisari, pardon Elio (senza Storie Tese) parlando di “Quando un musicista ride”, lo show sui mondi della canzone milanese che replica agli Arcimboldi domani e venerdì. “Il predecessore ‘Ci vuole orecchio’ era nato da una mia pressante richiesta al regista Giorgio Gallione; m’aspettavo 20-30 repliche e invece siamo andati avanti tre anni, con otto esauriti al Teatro Lirico. (IL GIORNO)

La notizia riportata su altre testate

Tra coloro che hanno voluto dire la loro sul tema c’è anche Francesco Gabbani, che ha approfondito il suo punto di vista durante un’intervista con Fanpage. (Radio 105)

Elio delle Storie Tese a gamba tesa su Olly. Il frontman della celebre band italiana ha attaccato con forza il vincitore dello scorso Festival di Sanremo. Il motivo? L'uso dell'autotune. “La musica di oggi non è peggiore di quella di prima, la musica di oggi non esiste“, ha spiegato Elio. (Liberoquotidiano.it)

Rende la voce più pulita e spessa, con quell’effetto metallico, da automa, che con il tempo abbiamo imparato a sentire in gran parte delle canzoni rap e non solo, da Fedez (che ci ha costruito un impero) in giù. (Vanity Fair Italia)

Nel repertorio del suo spettacolo ci sono brani di Cochi e Renato, Giorgio Gaber, Dario Fo, I Gufi, Clem Sacco, brani che contano anche cinquanta o sessant'anni e su cui l'artista riflette in riferimento all'offerta musicale del presente: "Ce n'è una di Gaber, ‘Benzina e cerini’ che è addirittura del '61. (Today.it)

Venerdì 14 marzo, accompagnato da una band di giovanissimi, porta sul palco del Teatro Colosseo lo spettacolo musicale “Quando un musicista ride”. Giocare e ridere con la musica è quello che Elio fa da oltre 40 anni. (La Stampa)

Ma non è tutto così, sul palco con me ci sono dei ventenni che suonano come dei draghi» (Rolling Stone Italia)