Volkswagen vende la controversa fabbrica cinese dello Xinjiang: perché c'entrano le violenze contro gli uiguri
Volkswagen vende la controversa fabbrica cinese nello Xinjiang, regione dove sono state denunciate massicce violazioni dei diritti umani da parte del governo di Pechino nei confronti della minoranza uigura, con l’impiego di lavori forzati e di campi di reclusione. Il gruppo tedesco ha annunciato la cessione dell’impianto di Urumqi a una società a controllo pubblico, la Shanghai Motor Vehicle Inspection Certification. (Corriere della Sera)
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Il gruppo tedesco ha deciso di cedere a Shanghai Motor Vehicle Inspection Certification la sua fabbrica di Urumqi. La decisione è però dovuta non tanto alla crisi che l'azienda tedesca sta attraversando, ma alle accuse rivolte dalla comunità internazionale alla Cina di violazioni dei diritti umani sulla popolazione locale della regione in cui si trova la fabbrica lo Xinjiang (QuiFinanza)
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Questo avviene anche dopo anni di polemiche per quanto sta accadendo nella regione. Con il governo di Pechino accusato a livello internazionale di politiche repressive nei confronti degli Uiguri, popolazione turcofona e musulmana locale. (Vaielettrico.it)
La multinazionale tedesca ha annunciato la vendita delle sue attività nella regione cinese dello Xinjiang dove Pechino è accusata di massicce violazioni dei diritti umani. La violazione sistematica dei diritti umani nella regione (Today.it)
Un contesto da incubo dal quale il marchio tedesco vuole slegarsi in ogni modo. Chiude Volkswagen, ma per adesso solo in Cina. (ClubAlfa.it)
Ecco perché La casa automobilistica tedesca vende le attività nella regione cinese dello Xinjiang, teatro di accuse di violazioni dei diritti umani. (Milano Finanza)