A Intra chiude lo stabilimento di cioccolato svizzero Barry

La multinazionale del cioccolato Barry Callebaut, quotata a Zurigo, ha annunciato in una lettera ai dipendenti la chiusura dello stabilimento di Intra, in Piemonte. Nell’ambito del piano di investimenti da 500 milioni di franchi svizzeri annunciato un anno fa, infatti, è previsto solo il rilancio delle altre due fabbriche italiane, quella di Perugia e D’Orsogna, in provincia di Chieti. «L’Italia - si legge nella lettera - è e continuerà ad essere uno dei nostri mercati chiave in Europa, in quanto è un Paese importante per la nostra tradizione nel mercato del cioccolato. (Il Sole 24 ORE)

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Lo stabilimento della Barry Callebaut di Intra, che impiega 93 dipendenti a tempo indeterminato, 25 con contratti a termine e altri 30/40 addetti nelle imprese dell’indotto, chiuderà entro un anno. La notizia, totalmente inattesa, è stata data questa mattina alle Rsu e ai rappresentanti sindacali della Cisl Andrea Guagliardo ed Emilio Capacchione. (La Stampa)

E’ questo il commento del sindaco Giandomenico Albertella al termine dell’incontro avuto con Rsu, il referente regionale di Fai Cisl Emilio Capacchione, il direttore di stabilimento Luca Bonardi e quello per l’area Sud Mediterraneo Esteban Segura della multinazionale belga. (La Stampa)

A proposito della annunciata chiusura dell’unità produttiva di Intra della Barry Callebaut riceviamo dal sindaco Giandomenico Albertella e pubblichiamo il seguente comunicato: (Verbania Milleventi)

Era la fine degli Anni 90 quando la storica fabbrica di cioccolato di Verbania, in centro a Intra, corse il serio rischio di chiudere. A… (La Stampa)

La risposta immediata a questo sviluppo totalmente inatteso è lo stato di agitazione permanente con 4 ore di sciopero alla fine di ogni turno. (Verbania Milleventi)

Cento anni di lavoro, in buona parte sotto le insegne di Nestlé e poi di Barry Callebaut negli ultimi trenta. Ora però la multinazionale svizzera ha deciso di chiudere – entro il primo trimestre del 2025 – lo stabilimento lasciando a casa 115 lavoratrici e lavoratori tra diretti e somministrati. (Il Fatto Quotidiano)