Gaza nella tempesta, Rita Baroud: "Anche il cielo piange con noi, dimenticati da tutti"
Le immagini e i pensieri di Rita Baroud, 22 anni, dal campo profughi di Deir al balah raccolti per Metropolis. Le tende piene d'acqua non proteggono dalla pioggia e dal vento forti dell'inverno. "Anche gli alberi sembra che si siano arresi - dice Ritra -. Il mondo ha chiuso gli occhi su di noi. Come se il nostro sangue non contasse nulla". Di Rita Baroud. A cura di Cinzia Comandè Metropolis è la nostra striscia di politica, attualità e societò che va in streaming tutti i giorni alle 18 dal lunedì al venerdì con i protagonisti della politica, del giornalismo e della cultura GUARDA TUTTE LE PUNTATE E LE CLIP (la Repubblica)
Ne parlano anche altri giornali
La situazione nel nord di Gaza non consente più alle persone di sopravvivere. Sappiamo che ci sono circa 130.000 bambini sotto i 10 anni intrappolati in drammatiche condizioni, in una zona quasi del tutto inaccessibile agli operatori umanitari, dove non arrivano cibo o forniture mediche, nonostante i continui allarmi sul rischio carestia. (Save the Children Italia)
Murad ha aggiunto alla radio Voice of Palestine che la popolazione soffre di varie patologie toraciche, in particolare anziani e bambini, a causa del notevole calo delle temperature e della mancanza di vestiti invernali, dispositivi di riscaldamento e coperte. (Il Fatto Quotidiano)
Ribadiamo il nostro urgente appello umanitario per salvare centinaia di migliaia di sfollati a Gaza prima che sia troppo tardi». «Quasi 10.000 tende sono state spazzate via e danneggiate dall'acqua del mare negli ultimi due giorni a causa dell'arrivo dell'inverno e del maltempo. (La Stampa)
Perché prima che Hamas togliesse con le armi il dominio su Gaza all’Autorità palestinese, prima che il premier israeliano ordinasse l’offensiva in risposta ai massacri del 7 ottobre di un anno fa, Abu Shabab manovrava sigarette e armi, droga e medicine nei tunnel che passavano sotto il deserto, sotto le barriere del valico di Rafah con l’Egitto, percorreva le piste che attraversano la penisola del Sinai. (Corriere della Sera)
“Tra 50mila e 75 mila persone sono intrappolate a Gaza Nord, senza cibo, acqua, energia elettrica. “Israele – si legge nella nota diffusa dall’ong – sta finalizzando il suo piano di pulizia etnica nel nord di Gaza e da 50 giorni ormai sta impedendo l’ingresso di qualsiasi aiuto, mentre la popolazione sta morendo di fame”. (Il Fatto Quotidiano)
Oltre il 70% della popolazione di Gaza… I cieli a cui una volta guardavamo per conforto ora piangono freddi pugnali, che trafiggono ogni fragile rifugio, ogni corpo tremante. (la Repubblica)