Djokovic e l’ombra del ritiro: "Forse l’ultima volta a Madrid"

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Novak Djokovic, dopo la sconfitta in due set contro Matteo Arnaldi al Masters 1000 di Madrid, ha lasciato intendere che quella potrebbe essere stata la sua ultima apparizione nel torneo spagnolo. "Non sono sicuro se tornerò", ha detto il tennista serbo in conferenza stampa, con un tono che lasciava trasparire più riflessione che amarezza. "Potrebbe essere l’ultima volta, o forse no. Se dovessi tornare, magari non come giocatore". Parole che, seppur cautelative, hanno inevitabilmente acceso i riflettori sul futuro del campione, che a 37 anni sembra fare i conti con un momento di transizione.

La prestazione contro Arnaldi, del resto, non è stata che l’ultimo episodio di una stagione tutt’altro che esaltante. "Dopo una sconfitta non ci si sente mai bene", ha ammesso Djokovic, "ma quest’anno mi è capitato spesso di uscire subito, e questo è difficile da accettare". Il serbo, che ha dominato il circuito per anni, appare meno incisivo, quasi in cerca di un equilibrio che fatica a trovare. A Madrid, in particolare, ha mostrato nervosismo e incertezze, lontano dalla freddezza che lo ha reso un’icona del tennis mondiale.

Quello che colpisce, però, non è tanto il risultato in sé – Arnaldi ha giocato da favorito, confermando il suo talento – quanto le parole di Djokovic, che per la prima volta sembra contemplare l’idea di un addio. "Spero di no", ha aggiunto, quasi a stemperare il peso delle sue stesse dichiarazioni, ma il dubbio è ormai sul tavolo. Se davvero Madrid dovesse segnare la fine di un’era, resterebbe da capire come e quando il serbo intenda concludere la carriera, visto che l’obiettivo dichiarato rimane quello di "vincere ancora qualche partita".