Stellantis, Cacciari a La7: “Una delle peggiori sciagure della politica italiana. Tavares pagato milioni per fallire, è tutto disgustoso”

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“È una delle vicende più sciagurate di tutta la politica italiana. Se c’è una catastrofe politica in Italia è la politica industriale. Praticamente non esiste più un capitalismo italiano“. Così a Otto e mezzo (La7) il filosofo Massimo Cacciari commenta la crisi Stellantis, culminata con le dimissioni del suo ceo Carlos Tavares, per il quale si parla di 100 milioni di euro di buonuscita. Cacciari sottolinea che la vicenda rientra nella storia della politica industriale degli ultimi 40 anni: “Tutti i nostri asset industriali sono stati venduti, svenduti, privatizzati come era di moda fare. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Un confronto con i parlamentari di maggioranza e opposizione è importante e necessario”. Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. (Agenzia askanews)

Carlos Tavares non prenderà cento milioni di euro di liquidazione. Lo dice Stellantis, senza precisare a quanto ammonterà l'effettiva buonuscita. Che non tiene conto, però, di un aspetto: Carlos Tavares è anche azionista di Stellantis, con due milioni di azioni, e paradossalmente potrebbe guadagnare proprio dall'azione di riassesto dei suoi successori. (Torino Cronaca)

La decisione sembra essere legata alle difficoltà di vendita, soprattutto nel segmento delle auto elettriche, in un mercato europeo decisamente complesso, sempre più difficile da decifrare e competitivo. (ClubAlfa.it)

«Credo che i cambiamenti possano rappresentare anche delle opportunità e quindi il cambio al vertice di Stellantis può creare le condizioni per una fase nuova» dice Alberto Cirio. (La Stampa)

Alcuni dei quali sono stati già svelati, ma non ancora commercializzati, di altri non si sa molto, ma si suppone che siano perlopiù vetture elettrificate se non 100% elettriche. (Il Sole 24 ORE)

Il titolo intanto crolla, travolto dalla presenza della Exor, la società di famiglia con sede in Olanda, e, in Italia sono a rischio oltre 40mila posti di lavoro diretti e molti di più nella filiera. (Altreconomia)