Covid-19, la scienza cerca nuovi bersagli per i vaccini
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All'interno del campione 58 partecipanti non erano stati colpiti da Covid-19 nella prima ondata nonostante l'alto rischio di esposizione.
E ora gli scienziati vogliono mettere a punto una nuova generazione di vaccini, come scrivono nelle conclusioni, che agiscano su questo meccanismo
Un gruppo della University College London ha identificato dei potenziali nuovi bersagli nel coronavirus.
Agendo su questi bersagli, dunque, la nuova tipologia di vaccino potrebbe essere utile per proteggerci anche da altri coronavirus. (Wired Italia)
Ne parlano anche altri giornali
Sono inoltre farmaci molto ben tollerati. Gemelli IRCCS di Roma per fare il punto sui nuovi farmaci contro il Covid-19 e quelli in arrivo. (San Marino Rtv)
Grazie agli studi dei ricercatori di tutto il mondo, oggi finalmente ci si può proteggere con i vaccini e anche con gli anticorpi monoclonali. Un vaccino basato sulla tecnologia delle proteine ricombinanti: assemblandosi possono formare cioè particelle simil-virali che inducono il sistema immunitario a produrre anticorpi. (Il Messaggero)
di Francesca Cerati 13 novembre 2021. Stanno per arrivare i vaccini per il Covid-19 formulati alla “vecchia maniera”, già collaudati da decenni per proteggerci dall’epatite B, dalla pertosse e dall'influenza. (Il Sole 24 ORE)
In entrambi i casi si tratta di due importanti comunicazione che permettono in prospettiva di migliorare l’armamentario terapeutico per contrastare ancor più efficacemente la malattia COVID-19 Questi risultati confermano, sia quelli di altri studi sia quanto emerge nella pratica corrente, vale a dire che la vaccinazione è molto efficace nel proteggere dalle forme più gravi di malattia. (La Stampa)
Quindi, progettando vaccini che attivano le cellule della memoria immunitaria, note come cellule T, per attaccare le cellule infette, sarebbe possibile eliminare il SARS-CoV-2 fin dall’inizio, contribuendo così a fermarne la diffusione. (Tiscali Notizie)
Il risultato si otterrebbe progettando dei sieri in gradi di attivare le cellule T , ovvero quelle della memoria immunitaria, così da attaccare le cellule infette e spegnere il Covid sin dall’inizio. Espandendo le cellule T preesistenti, tali vaccini potrebbero aiutare a fermare il virus nelle sue tracce in una fase molto precoce” (Corriere dello Sport.it)