Microsoft lascia il consiglio di amministrazione di OpenAI: cosa comporterà questa scelta

Microsoft ha rinunciato al suo ruolo di osservatore nel consiglio di amministrazione di OpenAI, segnando un cambiamento significativo nelle dinamiche tra le due aziende impegnate nel settore dell'intelligenza artificiale. La collaborazione tra Microsoft e OpenAI, due giganti nel campo dell'intelligenza artificiale, sta entrando in una nuova fase. Il colosso tecnologico di Redmond ha annunciato la sua decisione di rinunciare al seggio di osservatore senza diritto di voto nel consiglio di amministrazione di OpenAI, una posizione occupata per otto mesi. (HWfiles)

Su altre fonti

Nel frattempo, si è appreso che Apple ha deciso di non assumere un ruolo analogo. La mossa segue la riammissione di Sam Altman come CEO, che era stato precedentemente allontanato dalla carica. (Tom's Hardware Italia)

Il nuovo incarico permetterà a Schiller di partecipare e contribuire in prima persona alle riunioni della società californiana, ma non avrà diritto di voto né potrà influire minimamente in ambito decisionale. (Today.it)

Microsoft rinuncia al suo posto di osservatore nel consiglio di amministrazione di OpenAI. (Il Sole 24 ORE)

OpenAI: Microsoft e Apple fuori dal Consiglio di Amministrazione

Microsoft ha rinunciato al posto di osservatore nel consiglio di amministrazione di OpenAI, iniziativa che nei mesi scorsi aveva attirato l’attenzione delle autorità di regolamentazione su entrambe le sponde dell’Atlantico. (CorCom)

Dopo poco più di sei mesi, Microsoft lascia il posto da osservatore che aveva ottenuto nel cda di OpenAI. L’ingresso di un rappresentate di RedMond nel board della società creatrice di ChatGpt – di cui è prima finanziatrice con investimenti da 13 miliardi di dollari – era avvenuto alla fine dello scorso anno, quando nel giro di pochi giorni i vertici di OpenAI erano stati letteralment terremotati, con il licenziamento e il repentino reintegro del ceo Sam Altman. (Primaonline)

Sembrava tutto fatto, e invece lo scenario è completamente cambiato. E non solo per Apple. (IlSoftware.it)