Milano, riaperte le indagini sulla strage del cinema Eros: spunta la pista induista

Sono passati quarantuno anni dall’incendio del Cinema Eros di Milano, strage di matrice neonazista del gruppo Ludwig che provocò la morte di sei persone, cinque frequentatori del cinema a luci rosse e un medico che tentò di salvare chi era rimasto intrappolato. Per l’attentato estremista furono condannati Wolfgang Abel – morto a ottobre – e Marco Furlan, due serial killer ritenuti responsabili di almeno dieci omicidi rivendicati dal gruppo Ludwig tra il 1977 e il 1984 (il Giornale)

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Presunto omicidio a Milano. Un 52enne italiano, dopo esser uscito di casa, avrebbe fatto rientro nell’abitazione di via Giovanni Ameglio 5, dove conviveva con la compagna, accasciandosi sul divano prima di morire. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

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> Caso Ludwig, i giudici milanesi riaprono le indagini sulla strage del cinema Eros: oltre ad Abele e Furlan, c'era un terzo complice? Ludwig, si torna a indagare sull'incendio del cinema Eros,... (Virgilio)

Rogo del cinema Eros a Milano nel 1983, forse un terzo uomo oltre a Furlan e Abel del gruppo Ludwig: riaperte le indagini

Una nuova pista per una strage ancora da chiarire, un fascicolo contro ignoti aperto presso la Procura di Milano in seguito all’inchiesta del podcast del Corriere «Cinema Eros», che potrebbe condurre lungo vie finora mai battute e illuminare il contesto in cui gli omicidi attribuiti alla sigla Ludwig sono maturati. (Corriere Milano)

Avvenuto il 14 maggio 1983 per mano del gruppo Ludwig, l'incendio del cinema Eros provocò la morte di sei persone. Nel processo, furono condannati a 27 anni Wolfgang Abel e Marco Furlan. Oggi, il caso è stato riaperto e gli inquirenti valuteranno se attorno ai due responsabili ci sia stata una rete di estremisti neonazisti o sette esoteriche (Sky Tg24 )

Incendio per cui sono stati condannati a 27 anni Wolfgang Abel, morto a fine ottobre in Veneto, e Marco Furlan, uscito dal carcere nel 2008 con l'affidamento ai servizi sociali. La decisione è stata presa, riporta oggi il Corriere della Sera, dopo l'inchiesta del podcast del quotidiano 'Cinema Eros'. (La Stampa)