Calenda contro la denuncia di Fanpage sulle molestie al Senato: «Richetti è parte lesa, ha denunciato per stalking»
Da un anno il senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine. Inizia così la nota in cui Azione, il partito fondato da Carlo Calenda e di cui ne è segretario, spiega la posizione di Matteo Richetti. Sarebbe dunque il senatore, presidente del partito, l’uomo accusato di molestie sessuali da una donna, rimasta anonima, che ha denunciato a Fanpage comportamenti e minacce che un certo parlamentare le avrebbe rivolto alcuni mesi fa. (Open)
La notizia riportata su altri media
Tutto il materiale è in mano alla magistratura. Pubblicità (La Sicilia)
Pubblicità Roma, 17 set. Il senatore e presidente di Azione Matteo Richetti ha dato mandato ai propri legali per procedere in sede civile nei confronti di Fanpage, del direttore responsabile e degli altri soggetti responsabili per gli articoli e i video diffamatori nei suoi confronti pubblicati in questi giorni. (La Sicilia)
Una donna accusa un parlamentare di molestie. Richetti di Azione esce allo scoperto. Botta e risposta attraverso una intervista anonima, ad una nota testata, la donna accusa un Senatore della Repubblica, un dirigente in vista di partito e ricandidato alle prossime elezioni. (Nanopress)
Il caso Richetti scuote la politica italiana a poco più di una settimana dal voto. Un’intervista choc, con presunti screenshot compromettenti. (ilGiornale.it)
Secondo quanto ricostruito da Fanpage, la voce avrebbe iniziato a circolare sino al punto che Ambra – nome di fantasia – sarebbe stata contattata anche da un giornalista di una testata nazionale, che avrebbe provato a chiederle conto di quelle voci. (Rolling Stone Italia)
La storia del presunto senatore maniaco denunciata sul sito Fanpage è stata clamorosamente smentita da Azione. Da un anno il senatore Matteo Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine. (Liberoquotidiano.it)