Sinner non si nasce, si diventa

La copertina del libro "Diventare Sinner" (Foto: fitp.it) Jannik Sinner non si nasce, si diventa. Con il duro lavoro, la passione, l’abnegazione. Ma anche con un pizzico di follia, il cui confine con la genialità è sempre molto sottile. Già, perchè nessuno nasce Jannik Sinner. Al massimo si nasce Federer, ma è un caso su un milione. Per tutti gli altri, esiste il lavoro a testa bassa, ma con gli occhi rivolti verso l’alto. (Il Faro online)

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In effetti, il Roger di quella fase è anni luce lontano dalla classicità - sia tecnica che estetica - che ne caratterizzerà i tratti maturi: «pazzo» (conserva ancora tracce del lausbub che fu, il «superbrat», il moccioso), capelli ossigenati, cappellino a visiera sulla nuca, heavy metal a palla in cuffia, è semmai più vicino alla sua prima antifrasi tennistica, Rafa Nadal. (Corriere della Sera)

Perché dobbiamo essere orgogliosi di Sinner

Perché dobbiamo essere orgogliosi di Sinner Un grande campione dello sport è tale non solo per il valore atletico ma anche per le qualità umane: insieme queste doti ne fanno un personaggio unico nella sua specialità. (Start Magazine)