Sacrificio da 3,5 miliardi per banche e assicurazioni

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Il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha recentemente annunciato un intervento significativo che coinvolge banche e assicurazioni, definito come un "sacrificio" di 3,5 miliardi di euro. Questo intervento, che prevede minori deduzioni nel 2025 e 2026 sulle Dta (Deferred Tax Assets), è stato accolto con cautela dalle banche, che hanno preferito attendere i testi definitivi prima di esprimere un giudizio definitivo. La cifra complessiva di 3,5 miliardi, annunciata inizialmente dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sarà suddivisa in 2,5 miliardi come credito di imposta rinviato dalle banche e 1 miliardo dalle compagnie assicurative, attraverso l'applicazione dell'imposta di bollo sui maxi contratti.

Durante la conferenza stampa del Consiglio dei Ministri, Giorgetti ha spiegato che l'intervento su banche e assicurazioni è stato necessario per garantire una maggiore equità fiscale e per sostenere le finanze pubbliche. Tuttavia, ha sottolineato come il termine "sacrificio" sia stato spesso frainteso e abusato dalle opposizioni nelle ultime settimane. Giorgetti ha ribadito che l'obiettivo principale è quello di rendere il sistema fiscale più trasparente e comprensibile per tutti i cittadini italiani.

La manovra finanziaria, approvata dal governo, ha suscitato reazioni contrastanti tra i vari attori politici. I due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, che fino a pochi giorni fa avevano mostrato posizioni apparentemente inconciliabili, hanno espresso soddisfazione per il contributo concordato con le banche. Questo accordo, che prevede un'anticipazione delle imposte differite attive da parte degli istituti bancari più solidi, è stato considerato un successo da entrambi i leader politici.

Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulla reale efficacia di questo intervento, definendolo una sorta di "partita di giro" concordata con le banche per evitare di pagare immediatamente. In pratica, sui 3,5 miliardi previsti, 1 miliardo sarà pagato dalle assicurazioni, mentre i restanti 2,5 miliardi saranno versati nei prossimi due anni da alcuni istituti bancari.