Elezioni Usa 2024, l'editoriale del direttore Roberto Napoletano: la debolezza delle leadership e la complessità del nuovo mondo

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Non so bene perché, ma sono giorni che penso insistentemente a Franklin Delano Roosevelt, 32º presidente degli Stati Uniti, e a Winston Churchill, primo ministro e figura chiave della politica del Regno Unito. Il primo legò il suo nome a un programma di riforme economiche e sociali, conosciuto come New Deal, grazie al quale gli Stati Uniti riuscirono a superare la Depressione degli Anni Trenta. Il secondo è stato uno tra i primi ad invocare, a modo suo, la creazione degli «Stati Uniti d'Europa». (ilmattino.it)

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Questo Stato era considerato sicuro per i repubblicani, invece secondo il sondaggio Selzer condotto per il quotidiano Des Moines Register la vicepresidente avrebbe il 47% contro il 44% del tycoon (Adnkronos)

Le elezioni presidenziali 2024 degli Stati Uniti d'America si svolgeranno martedì 5 novembre. Gli orari dell'election day variano seconda dello Stato, sia per l'ora locale che per i diversi furi orari: le chiusure dei seggi inizieranno alla mezzanotte italiana e proseguiranno fino alle sette di mattina. (Fanpage.it)

A soli tre giorni dalle elezioni Usa, cambia la tendenza e Kamala Harris alza leggermente le sue quotazioni. (ilmessaggero.it)

Donald Trump vs. Kamala Harris: America First o globalismo? In ballo il futuro degli Usa (e non solo)

La corsa presidenziale è di fatto iniziata la sera del 27 giugno ad Atlanta, dopo il disastroso dibattito televisivo tra il tycoon e Joe Biden sulla Cnn, con il presidente apparso fragile e confuso. In seguito, il 21 luglio Biden ha annunciato il suo ritiro in una lettera pubblicata sui social in cui ha definito la decisione "necessaria per il bene del Paese". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Dall’altro c’è Kamala Harris, portavoce di una visione alternativa che guarda al mondo come a una grande comunità, unita nelle crisi e nelle soluzioni. Da un lato c’è Donald Trump, con il suo “Make America Great Again”, un messaggio chiaro: tornare a un pragmatismo sovranista, fatto di interessi nazionali, frontiere sicure, e una politica estera che risponde prima agli americani. (Secolo d'Italia)