La Corte penale internazionale ordina l’arresto di Netanyahu e Gallant: ora basta armi a Israele

Finalmente, dopo sei mesi di attesa, la Corte penale internazionale si è decisa ad emettere i mandati di cattura nei confronti dei due principali responsabili del genocidio del popolo palestinese tuttora in corso, e cioè il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della difesa Yoav Gallant. Si è trattato di un passaggio epocale sulla strada dell’affermazione della giustizia e del diritto internazionale, ma occorre essere ben consapevoli che siamo appena all’inizio dell’opera e del cammino. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri giornali

Sottolineiamo che non può esserci equivalenza tra il gruppo terroristico Hamas e lo Stato di Israele". "Nell'esercizio del suo diritto di difendersi, Israele deve rispettare pienamente i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale in tutte le circostanze, incluso il diritto internazionale umanitario. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Presidente Casini, la Corte penale internazionale ha fatto bene o male a chiedere l'arresto di per Netanyahu? «Ritengo la politica di Netanyahu perniciosa per lo Stato d'Israele. (ilgazzettino.it)

Sui mandati d'arresto spiccati dalla Corte penale internazionale a carico di Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, i paesi membri del G7 trovano un'intesa di massima, pur partendo da posizioni differenti. (Tiscali Notizie)

M.O., G7 rispetterà obblighi su Cpi: ma "molti dubbi giuridici"

Il ministro parla di Ucraina, ma non solo. Lo si capisce qualche ora più tardi, in conferenza stampa. (Agenzia askanews)

I crimini contro l'umanità di Netanyahu (e quello che diceva Primo Levi) I giudici della Corte penale internazionale hanno impiegato 7 mesi per emettere il mandato di cattura contro il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e contro il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, confermando le accuse mosse a maggio dal procuratore capo, Kharim Khan: crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023. (Today.it)

In democrazia, ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, incluso dissentire da chi ha descritto Benjamin Netanyahu come una vittima, giustificando persino la frase apparsa su alcuni giornali: “l’Aia legittima la caccia all’ebreo”. (Avanti Online)