Le ultime puntate della telenovela governo-magistrati
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Le ultime puntate della telenovela governo-magistrati Nata nel 1969 e dissoltasi nel 1976 come formazione della sinistra extraparlamentare, ma sopravvissuta come testata giornalistica sino al 1982, Lotta Continua è tornata a sua insaputa fra noi in questi giorni. E’ quella fra la magistratura e il governo Meloni. O viceversa, come si preferisce. Muro contro muro. Anche i giudici di appello di Roma, come quelli di primo grado sostituiti con apposito intervento legislativo, hanno contraddetto l’impegno gridato dalla premier Giorgia Meloni, chiudendo la festa nazionale del suo partito al Circo Massimo, di fare “funzionare” la struttura creata in Albania per una prima fase di gestione degli immigrati clandestini. (Start Magazine)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Dei magistrati, accusati dal centrodestra, Meloni in testa, di fare politica, di vendicarsi contro la riforma della Giustizia, quando non di un aereo Falcon negato. Quella che sta andando in scena, in questi giorni furiosi che accompagnano la vicenda Almasri, è la fiera della delegittimazione. (Corriere Roma)
Giustizia come tema dominante, terreno di scontro, chimera eterna fatta di pezzi diversi come il mostro della mitologia greca: verità ideali e parziali, strumentalizzazioni presunte o effettive. Ancora giustizia. (Corriere della Sera)
Primo, aver liberato il generale Almasri è stata una porcheria. Probabile e augurabile che fosse una porcheria necessaria, e non soltanto per evitare che dalla Libia riaprissero le acque ai migranti, ma anche per tutelare i nostri lavoratori in Libia, i nostri interessi economici e geostrategici in una terra di delicatissimi equilibri e di internazionali appetiti. (L'HuffPost)
Agl’inizi degli anni Novanta, il nostro Paese fu la ribalta bollente di un’operazione giudiziaria senza precedenti che sconvolse il mondo politico, la società tutta. (ROMA on line)
Le pecche della politica, i peccati della magistratura (Start Magazine)
C’è una Giorgia e ci sono dei giudici, ma non è X Factor. (Sky Tg24 )