Franco Battiato: la malattia, la musica e l’eterno enigma di un maestro senza confini

L‘enigma e la malattia. Sul piano umano e musicale Franco Battiato resta un enigma.

Così cantava Franco Battiato nello spettacolo «Pollution» (1972) ancor oggi un classico dello sperimentalismo musicale.

Nel restauro del castello Battiato sventrò le cantine creando una sala da ballo (adorava le danze sufi) di oltre 200 metri quadri con il parque ricavato dal legno di rovere delle botti

A volte Battiato riesce ad essere oscuro e lontano (così lo vivemmo con «Gilgamesh» all’Opera di Roma), altre di una chiarezza cristallina (basti pensare a «Povera patria» in «Come un cammello in una grondaia»). (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ieri, la Camera ha dato il via libera definitivo all’articolo 34 ter del “Decreto Sostegni”, attraverso cui «la Repubblica riconosce, promuove e tutela la Lingua dei segni italiana (Lis) e la lingua dei segni italiana tattile (List)». (Corriere di Lamezia)

Il fratello di Franco Battiato ha raccontato gli ultimi giorni di vita del cantante, scomparso a 76 anni dopo aver detto addio dalle scene. (Donna Glamour)

Non parlava più un pubblico, non rilasciava interviste, non aveva neanche partecipato alla presentazione della sua ultima raccolta, "Torneremo ancora". Tanto che i fan si chiedevano che fine avesse fatto il maestro, e diversi amici avevano lanciato l'allarme sulle sue condizioni, con diverse polemiche. (Tp24)

Lo ha detto padre Orazio Barbarino, un prete di una chiesa di Linguaglossa, che stamane ha preso parte alla 'veglia di preghiera' per dare l'ultimo saluto a Franco Battiato. E’ uscito fra gli applausi il feretro di Franco Battiato accompagnato da una folla che si ostinava a toccare con le mani il vetro dell’auto come a "volerlo trattenere". (Tiscali.it)

Non è ancora avvenuta la tumulazione delle ceneri News Correlate Celebrati i funerali di Battiato. (RagusaNews)

Sul suo stato reale di salute negli ultimi anni, i suoi cari hanno mantenuto un riserbo siciliano quasi secentesco. Poi, come sappiamo, la svolta, dove il catanese Battiato raggiunge, tocca, conquista un’aura quasi da derviscio, Battiato maestro, forte di un registro, come dire, sapienziale ostentato. (Il Riformista)