Hamas e seguaci inneggiano a Sinwar, che ha passato il 90% della guerra nascosto. Ecco i papabili alla successione

Mentre i sostenitori di Hamas celebrano il martirio e omaggiano "il macellaio", mente diabolica che ha ideato il massacro del 7 ottobre, il resto del mondo punta con vigore sul cambio di marcia che l'uscita di scena di Sinwar potrebbe aver innescato, chiedendo a viva voce la liberazione degli (Secolo d'Italia)

La notizia riportata su altri giornali

Benjamin Netanyahu ha ordinato l’annientamento di qualsiasi rifugio di Hamas, a qualsiasi prezzo. Non un attacco mirato, non un’operazione militare studiata, bensì una conseguenza ‘collaterale’ del più grande rastrellamento della storia: Yahya Sinwar, leader di Hamas, è stato ucciso quasi per caso dall’esercito di Israele. (Virgilio Notizie)

Sinwar, il racconto della cattura del capo di Hamas Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)

Seduto su una poltrona di un salotto sventrato al primo piano di un edificio parzialmente distrutto, l'uomo ha il volto nascosto da un tessuto che potrebbe essere una kefiah e ha in mano un oggetto somigliante a un bastone che scaglia sul drone. (ilgazzettino.it)

I documenti falsi, le banconote e le armi: le ultime ore di Sinwar ucciso dall'Idf mentre (dall'ultimo rifugio a Rafah) fuggiva verso il mare

Morto un martire, uno Shahid, altri mille sono pronti a prendere il suo posto, si dice in Medio Oriente. La leggenda di Yahya Sinwar si è chiusa nel «migliore dei modi per ispirare i futuri combattenti». (Corriere della Sera)

Adesso che l’anatomopatologo ha terminato le analisi, il corpo di Yahya Sinwar è tenuto in un luogo segreto e potrebbe diventare parte di un futuro scambio con i nuovi capi di Hamas. Il medico che ha effettuato gli esami — rivela il telegiornale del Canale 11 — spiega che la morte del boss dei boss è sopravvenuta dopo molte ore: Sinwar era stato colpito da un proiettile alla testa e ferito in altri punti. (Corriere della Sera)

A ogni angolo di Tal Al Sultan c’era il rischio di incontrare una pattuglia. Yayha Sinwar e la sua scorta si sono messi in marcia all’interno di una kill zone: una distesa di palazzi disabitati e semidistrutti dall’offensiva dell’esercito israeliano, con strade deserte sorvegliate notte e giorno da sensori nascosti sui tetti e da droni eternamente in volo. (la Repubblica)