Alla COP 29 il Kazakhstan pensa ad un’approcio regionale per la lotta al cambiamento climatico

Tanti i temi discussi fra i quali:la decarbonizzazione, il bacino d’Aral, il partenariato con l’Italia e le misure per lottare contro eventi estremi come a Valencia. D: Quali buone pratiche avete presentato alla COP29? R: Pensiamo che la COP29 a Baku sia una grande opportunità per far conoscere la nostra regione. Quando si parla di cambiamenti climatici, si pensa molto all'Asia centrale e a ciò che sta accadendo in quella parte del mondo che molti non conoscono. (Il Giornale d'Italia)

La notizia riportata su altri media

Quando lo scorso anno i grandi del pianeta avevano annunciato con toni trionfali alla Cop28 a Dubai il raggiungimento di un accordo per un fondo di riparazione da cento miliardi di dollari per i paesi in via di sviluppo, tutto lasciava presagire che la Cop29 di Baku sarebbe stata in discesa per trovare obiettivi climatici condivisi ma, nei fatti, non è stato così. (il Giornale)

La Vice-Ministra ha sottolineato le buone pratiche per raggiungere gli obiettivi climatici, l’importanza del partenariato con l’Italia, l’impegno greco per il taglio delle emissioni e l’urgenza di maggiori fondi UE per combattere l’emergenza climatica. (Il Giornale d'Italia)

I negoziati continuano su alcuni punti, in particolare sulla finanza per il clima, dopo che le nazioni piu' a rischio clima al mondo hanno preso d'assalto le tensioni sull'accordo finanziario. (Tiscali Notizie)

Chi paga la transizione energetica? A Baku si cerca l’accordo in extremis, ma il giudice sarà il mercato (di A. Cianciullo)

I paesi meno sviluppati (LDC) e le piccole isole (AOSIS), che nel pomeriggio avevano issato la bandiera del malcontento lasciando polemicamente una delle riunioni e facendo temere il peggio, han fatto due conti e hanno deciso che era meglio restare e farsi piacere il testo sulla finanza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Le piccole isole e i paesi più poveri abbandonano la stanza e denunciano di non essere stati consultati sull’ultima versione del testo. Anche i Paesi più poveri respingono la nuova offerta di 300 miliardi l’anno per finanziare la transizione e adattarsi alla crisi climatica. (Sky Tg24 )

Da una parte la totalità dei climatologi e la larga maggioranza degli esseri umani hanno preso atto del disastro climatico prodotto dall’uso dei combustibili fossili. Dall’altra chi guadagna con i combustibili fossili, in assenza di alternative chiare, punta a rimandare il cambio della guardia tra la vecchia energia fossile e la nuova a basso impatto ambientale. (L'HuffPost)