Sciopero lavoratori della scuola: adesione ai minimi storici, solo poco più del 3% sceso in piazza
È stato un flop lo sciopero dei lavoratori della scuola indetto per oggi, 31 ottobre, da Flc Cgil,che aveva organizzato presidi e flash mob in circa 40 città italiane. Alle 12.30 l'adesione su territorio nazionale alla mobilitazione del comparto Istruzione è stata pari al 3.23%. Il dato è basato su una rilevazione che riguarda il 20,48% degli istituti scolastici. Davvero un po' poco se si pensa che quella già minima, rilevala alla stessa ora nella protesta nazionale dell'ottobre 2023, era addirittura maggiore. (il Giornale)
Su altri giornali
Gli atenei lamentano tagli al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che, secondo le tabelle del Ministero dell’università e della ricerca, si attestano a 173 milioni, il 2% in meno rispetto al 2023. – L’Università di Pisa scende in piazza contro i tagli. (LA NAZIONE)
Collettiva.it “Siamo qui per dire no al taglio dei salari che vuole il governo, per chiedere politiche diverse per il welfare pubblico perché siamo convinti che senza investimenti su scuola, sanità e sul futuro delle nuove generazioni non c’è futuro per il nostro Paese”. (FLC CGIL)
È l’unica della sua scuola ad avere le chiavi del plesso, la sua decisione di non aprire ha permesso di manifestare anche agli insegnanti precari che temevano ritorsioni. (il manifesto)
Secondo quanto si apprende da fonti accreditate, la rilevazione fatta alle 18 di giovedì - e riguardante quasi il 57% delle scuole italiane - indicava infatti una percentuale di adesione media del 5,20%, con punte superiori al 6,5% tra il personale Ata, leggermente inferiori al 5% tra il personale docente, sotto l'un per cento tra i dirigenti e del 2% tra il personale educativo. (Il Sole 24 ORE)
La segretaria generale Flc Cgil Teramo, Alessandra Palombaro, ha evidenziato le ragioni della protesta: dall’adeguamento salariale («in Italia gli stipendi sono i più bassi d’Europa e, rispetto ai lavoratori della funzione pubblica, a parità di titolo di studio, il divario è di circa 6.500 euro»), all’autonomia differenziata che crea disparità fra le regioni, alla diffusa condizione di precariato. (Il Centro)
Sciopero e sit-in della Flc Cgil per protestare contro la precarietà lavorativa, i salari troppo bassi e i rischi legati alla regionalizzazione dell’istruzione (Corriere Delle Alpi)