Non solo i dazi di Trump: tutti gli ostacoli in arrivo per l’export agroalimentare italiano

Non solo i dazi di Trump: tutti gli ostacoli in arrivo per l’export agroalimentare italiano di Micaela Cappellini 21 novembre 2024 Il ritorno di Donal Trump alla Casa Bianca sarà all’insegna del protezionismo, com’è evidente da quanto indicato in campagna elettorale e dai primi annunci dopo il voto. Contro la Cina, ma non solo: anche l’Europa e l’Italia agroalimentare, in particolare, finisce nel mirino del presidente eletto. (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altre testate

E non solo per la minaccia di applicare dazi sulle importazioni negli Stati Uniti anche dei prodotti europei, come accadde peraltro nel corso della prima presidenza del candidato repubblicano che ha trionfato il 5 novembre. (Corriere della Sera)

Un interessante articolo pubblicato sull’ultimo numero del celebre mensile “Decanter” sottolinea che nel Paese si respira un clima di profonda incertezza per quanto riguarda le decisioni che potrebbero essere prese e che “molte aziende vinicole e coltivatori statunitensi si stanno preparando ad importanti cambiamenti”. (Agenzia askanews)

I dazi che Donald Trump potrebbe aumentare, per categorie di prodotti, arriverebbero al 60 per cento per quelli cinesi e al 10-20 per cento per quelli europei. (ilmessaggero.it)

Dazi Usa innescano una nuova guerra commerciale, danni a crescita e inflazione per tutti

I ministri del Commercio dell'Ue questa settimana hanno avuto una prima discussione su come rispondere a un eventuale scenario in cui potrebbero essere imposti dazi fino al 20 per cento su tutte le esportazioni europee verso gli Usa, e i Ventisette hanno mostrato un'insolita concordia. (EuropaToday)

E’ da molto tempo che la fiscalità costituisce una palla al piede per lo sviluppo dell’Europa. Ora, con l’elezione di Trump, i nodi stanno venendo definitivamente al pettine. E’ infatti molto probabile che la prossima amministrazione americana metterà in difficoltà l’Europa anche sul piano fiscale. (la Repubblica)

Le dichiarazioni di Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, e di Christine Lagarde, presidente della Bce, evidenziano le gravi conseguenze di una nuova ondata di dazi punitivi che gli Stati Uniti potrebbero imporre. (QuiFinanza)