Dopo gli arresti e le espulsioni cala il turismo negli Usa

Lucas Sielaff, un turista tedesco di 25 anni in Usa con visto turistico di 90 giorni, da tempo voleva andare in Messico con la fidanzata americana, Lennon Tyler. Più che un viaggio, era una uscita fuori porta, visto che il confine dista da Las Vegas, dove vive la ragazza, cinque ore di viaggio in auto. Ma il mese scorso le cose hanno preso una piega drammatica. Di ritorno in auto da Ti… (la Repubblica)
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Tanto che Paesi come Gran Bretagna e Germania - che fanno parte del gruppo di Stati, come l'Italia, che per viaggi fino a 90 giorni possono entrare negli Usa senza visto, registrandosi con l'Esta - hanno avvisato i loro cittadini del rischio di essere arrestati "se violano le regole". (Adnkronos)
Negli Stati Uniti aumentano i casi di turisti respinti alla dogana o addirittura portati in centri di permanenza. La Germania invita i suoi cittadini ad essere prudenti. In aumento il numero dei viaggiatori respinti alle dogane Usa: cosa sta succedendo nella nuova America di Trump? (MAM-e)
La situazione eccezionale ha portato il ministero degli Esteri tedesco ha modificato le proprie raccomandazioni di viaggio, avvertendo che "le false dichiarazioni sul motivo del soggiorno o anche un leggero superamento della validità del visto possono portare all'arresto, alla detenzione e all'espulsione". (WIRED Italia)

Non è un’avvertenza — come avviene per destinazioni problematiche come il Medio Oriente o alcune aree dell’Africa —, ma poco ci manca. I tedeschi finiti in cella sono diventati così tanti che il ministero degli Esteri della Germania ha dovuto modificare le raccomandazioni di viaggio per gli Stati Uniti. (Corriere della Sera)
Succede che una studentessa tedesca venga trattenuta 46 giorni per un visto scaduto , che un giovane connazionale finisca ammanettato con catene e ceppi , che una turista inglese venga arrestata per un banale errore burocratico , e che un professore francese venga respinto per le sue idee . (Italia a Tavola)
Nel mirino non ci sono unicamente i viaggiatori provenienti da quelli che a suo tempo Trump definì "shithole countries", una locuzione che non tradurremo. Ma rischia di non poter entrare negli Stati Uniti chiunque abbia postato sui social una forte critica contro il nuovo inquilino della Casa Bianca. (QuiFinanza)