Global Watch n.182 – Unione europea: Caccia alle risorse
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Global Cities Il Programma Global Cities dell’ISPI promuove analisi e iniziative sul ruolo che le Global Cities esercitano a livello globale e regionale, sulla loro interazione con gli Stati e gli altri attori internazionali e su specifici obiettivi perseguiti anche mediante la loro azione in network (dalla lotta al climate change all’implementazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite). Particolare attenzione viene riservata all’impatto delle Global Cities e dei crescenti fenomeni di urbanizzazione sui flussi di merci, capitali e dati, sulla mobilità e le infrastrutture, sulle migrazioni e le disuguaglianze socio-economiche. (ISPI)
Ne parlano anche altre testate
Negli ultimi giorni i media hanno molto valutato il Rapporto di Mario Draghi sul futuro della “competitività europea”, un rapporto che pone in evidenza la necessità di rafforzare la debole “produttività” dell’Europa, rispetto alla maggiore produttività degli Stati Uniti e della Cina, indicando, a questo proposito, le misure che l’Unione Europea dovrebbe adottare, per porre le premesse di una futura ripresa. (Il Fatto Quotidiano)
Ma i commenti alla fine si incentrano quasi tutti sulla sua proposta di trovare 800 miliardi di investimenti l’anno per rilanciare il Vecchio Continente. Ci sono almeno un paio di indizi che spingono a pensare di essere in un momento delicato. (Corriere della Sera)
Una bocciatura senza appello, quella di un accademico a un altro accademico peraltro, quella di Mario Calderini a Mario Draghi. Un Rapporto che aveva preoccupato alcuni esponenti del mondo dell’impegno socio-ambientale, temendo che la Commissione possa ora frenare sul Green Deal e sull’agenda della transizione ecologica in generale. (Vita)
Mario Draghi ha presentato all'Unione Europea il proprio report per aumentare la competitività e ridurre il gap esistente con Cina e Stati Uniti (Virgilio)
Zafferano è nato e si è sviluppato con una linea editoriale chiara: muoversi nel mondo giornalistico in punta di piedi, con un linguaggio elegante, ma senza sudditanze, né verso il potere, né verso i lettori. (Start Magazine)
Il rapporto sulla competitività dell’Unione europea di Mario Draghi è stato accolto con entusiastico furore dalla stragrande maggioranza dell’informazione e della politica italiana, salvo qualche eccezione, con poca capacità critica rispetto a un programma, che se attuato, ci porterebbe verso un modello di economia e di società pianificata dall’alto, tutto il contrario rispetto allo spirito dei padri fondatori della comunità europea. (L'Opinione delle Libertà)