Trump e i media, un conflitto irrisolto
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Quando parliamo di America non possiamo sottovalutare quanto l’establishment, i principali media e giornalisti siano ostili a Donald Trump. Ma non possiamo sottovalutare nemmeno quanto gli americani comuni siano ostili all’establishment, ai principali media e giornalisti. Nella notte elettorale americana del 5 novembre abbiamo visto nelle reti televisive americane molte analogie a quanto accaduto nel 2016, man mano che le mappe si coloravano di rosso in favore di Trump. (L'HuffPost)
Ne parlano anche altre fonti
Attaccando il New York Times il figlio maggiore del presidente, Donald Trump Jr, ha paventato l'esclusione dalla sala stampa della Casa Bianca di alcune testate schierate a sinistra. (il Giornale)
La disinformazione è ormai parte integrante delle campagne elettorali statunitensi. Dalle elezioni “truccate” del 2020 fino ai “gatti mangiati dai rifugiati haitiani dell’Ohio”, passando per le più svariate e fantasiose teorie del complotto, abbiamo assistito a un’enorme proliferazione di fake news. (Cyber Security 360)
Mark Zuckerberg sta rispondendo alle domande degli studenti dell’università Luiss nel corso della sua prima visita ufficiale in Italia. Maglietta grigia girocollo, fa il simpatico, ma è teso: da mesi è sotto torchio in tutto il mondo per il presunto ruolo delle sue piattaforme nella diffusione di fake news che avrebbero favorito l’elezione di Donald Trump alla Casa bianca. (Corriere della Sera)