Il fil rouge che lega Mani pulite, Berlusconi e Giorgia Meloni

Esistono elementi di continuità e di discontinuità fra le varie fasi dell’uso politico della giustizia, decollato in modo clamoroso nel 92-94, con Mani Pulite ad opera del pool dei pm di Milano, più il pool dei quattro giornali (Corriere della Sera, La Repubblica, la Stampa, più l’organo del PCI l’Unità) con le reti Mediaset, poi proseguito contro Berlusconi quando scese in politica e infine adesso con lo scontro di una parte della magistratura con Giorgia Meloni e il governo di centrodestra. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altre testate

Magistratura democratica, la corre… Per il ministro dei Trasporti, «chi prende il Tribunale per un centro sociale o per un luogo di vendetta politica sbaglia mestiere». (La Stampa)

Sono già partiti un’interrogazione parlamentare e una segnalazione al Consiglio superiore della magistratura per valutare l’ipotesi di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Nel mirino degli esponenti della maggioranza non c’è soltanto il giudice autore della mail. (il Giornale)

"È una storia più che trentennale: la politica ha abdicato alla sua funzione. Qualcuno ha deciso che la magistratura è infallibile. È più di Dio. Non sbaglia mai. Da qui il giustizialismo populista. (Liberoquotidiano.it)

Email e pestaggi mediatici, è caccia alle toghe rosse

Non si sarà stupito più di tanto Marco Patarnello a vedere sui giornali la sua mail con cui invitava il sindacato dei magistrati (Anm) a reagire alle riforme sulla giustizia del premier Giorgia Meloni (Liberoquotidiano.it)

Secondo Marco Patarnello, voce autorevole della corrente di sinistra dei magistrati, Giorgia Meloni va fermata, e non soltanto sulla questione del centro di accoglienza in Albania: «È più pericolosa di Berlusconi scrive - ma non avendo inchieste giudiziarie è più forte». (il Giornale)

I Per un paio di giorni hanno cercato un appiglio qualunque per massacrare Silvia Albano, la presidente di Magistratura democratica tra i sei giudici del tribunale di Roma che venerdì non hanno convalidato il trasferimento in Albania di dodici migranti soccorsi nelle acque italiane del Mediterraneo. (il manifesto)