Con “Iddu” il Festival di Venezia ha la sua black mafia comedy

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Con “Iddu” il Festival di Venezia ha la sua black mafia comedy Toni Servillo e Elio Germano in una scena di "Iddu" di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza “Iddu” è forse il film più atipico e curioso arrivato in Concorso a questa Venezia 2024, dove l’Italia non pare avere moltissime speranze di vincere alcunché, ma chissà che invece il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza non ci riservi qualche sorpresa. (Today.it)

Su altri giornali

«La realtà è un punto di partenza non una destinazione» scrivono in testa a Iddu i registi, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza., che certo non lesinano di invenzione, a beneficio soprattutto dei due protagonisti, «i mattatori» si diceva in tempo, Elio Germano e Toni Servillo, in questa nuova incursione nelle storie di mafia della loro Sicilia. (il manifesto)

Già nel mese di luglio era iniziata la selezione degli operatori del Messina Street Food Fest 2024 che proporranno specialità sorprendenti da far dire “wow” a chiunque asseggerà i prelibiati piatti. (Normanno.com)

Ruoli diversi ma importanti per altrettanti interpreti siciliani e calabresi in “Iddu – L’ultimo padrino”, a partire dal palermitano Fausto Russo Alesi . «Schiavon si muove tra il mondo di Messina Denaro e quello di Catello – ci dice – ma soprattutto tra l’essere servitore dello Stato e il dovere di riuscire a non chiudere ciò che non può essere chiuso. (Gazzetta del Sud)

Il figlio del secolo, presentata invece fuori concorso. La giornata del 5 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia è stata dominata dall'Italia con due opere molto attese, Iddu - L'ultimo padrino di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, il quinto film italiano in concorso, e la serie tv M. (La Gazzetta dello Sport)

Intanto ha preso le distanze Luca Marinelli, che interpreta con grande bravura il Duce e che ha sottolineato ripetutamente di essere riuscito a mettere in scena questo personaggio storico "sospendendo il giudizio", ma ha messo in rilievo anche "l'importanza di conoscere la storia di chi ci ha preceduto". (Sky Tg24 )

Nemmeno l’ultimo dei cinque film italiani in corsa per il Leone ha dato sussulti positivi, così alla fine della conta, calcolando che l’ottimo “Queer” di Guadagnino è sempre un po’ forzato considerarlo italiano, resta il solo “Vermiglio” di Maura Delpero a ottenere un riscontro lusinghiero. (ilgazzettino.it)