Matteo Salvini: «Non lascio se condannato dai giudici». Scintille su gestione del partito e linea

Matteo Salvini: «Non lascio se condannato dai giudici». Scintille su gestione del partito e linea
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ilgazzettino.it INTERNO

La questione del Nord all'interno della Lega covava da tempo sotto la cenere. È scoppiata fragorosamente ieri, nel giorno dell'incoronazione di Massimiliano Romeo a segretario del partito in Lombardia: se non parliamo del Settentrione «i voti non li prendiamo più», ha detto il capogruppo al Senato. Nel giorno in cui il governatore Attilio Fontana è tornato a parlare non solo di autonomia differenziata ma anche di «Padania libera» e di nemici interni. (ilgazzettino.it)

Su altre fonti

Per quale motivo?”, ha risposto Salvini a chi gli chiedeva se si dimetterà in caso di condanna. Il vicepremier Matteo Salvini ha affrontato la questione del processo Open Arms e della possibile condanna, ribadendo con fermezza la sua posizione e la sua fiducia nell’operato della magistratura. (BlogSicilia.it)

Il susseguirsi burocratico delle udienze e il calendario delle tappe processuali non devono distogliere la nostra attenzione dal cuore della faccenda: tra cinque giorni, venerdì 20, è prevista la sentenza del procedimento penale contro Matteo Salvini sul caso Open Arms. (Liberoquotidiano.it)

Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong Open Arms e rimasti in mare 19 giorni, nell’agosto 2019 quando era ministro dell’Interno. (Giornale di Sicilia)

Open Arms, Salvini: «Non mi dimetto se mi condannano». Scintille con i lombardi

Il Partito liberale italiano esprime il proprio sostegno a Matteo Salvini in vista della sentenza di venerdì, ribadendo con forza che le scelte politiche e di governo non possono essere oggetto di un attacco giudiziario. (L'Opinione)

Poi interviene alla festa di Fratelli d’Italia, in collegamento, per lanciare messaggi di affetto alla premier Giorgia … (la Repubblica)

È scoppiata fragorosamente ieri, nel giorno dell’incoronazione di Massimiliano Romeo a segretario del partito in Lombardia: se non parliamo del Settentrione «i voti non li prendiamo più», ha detto il capogruppo al Senato (ilmessaggero.it)