I tre cerchi del conflitto
Ogni posizionamento in Ucraina è frutto di calcoli precisi. Anzitutto, la situazione sul terreno. Si tratta di arginare l’avanzata russa, ristabilire una condizione di stallo, consentire agli ucraini di arrivare nelle migliori condizioni a un negoziato. Mantenere le forniture di armi e svincolare i missili americani dai limiti d’impiego sul suolo russo è funzionale a questi obiettivi. Non sovverte le sorti della guerra, ma tende a stabilizzare le linee del fronte. (Corriere della Sera)
Su altri giornali
L'indipendenza raggiunta già nel 1991 e l'integrità territoriale minacciata dalla Russia sono in pericolo. Un piano di spartizione che mira a cancellare dalla carta geografica l'Ucraina. (ilmessaggero.it)
"C'è sempre da preoccuparsi quando si è di fronte ad una persona che ha deciso di far attraversare i propri carri armati alle proprie truppe il confine di uno stato sovrano. Così, a Napoli, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha risposto in merito alle minacce rivolte da Putin all'Europa, aggiungendo che la cosa grave è l'aiuto dei diecimila coreani, ma che nessuno ne parla. (l'Adige)
Stato ucraino "liquidato" e territorio diviso in tre parti: questa la previsione di Mosca in un documento preparato dal ministero della Difesa russo. Si tratta di un documento che analizza la situazione militare e politica nel mondo fino al 2045. (Liberoquotidiano.it)
“Per quanto riguarda l’apertura al dialogo, anche nella dichiarazione di ieri, il presidente ha sottolineato la sua disponibilità a qualsiasi contatto sia per la de-escalation, sia per evitare un’ulteriore escalation, il tutto per raggiungere una traiettoria pacifica. (Farodiroma)
L’Ucraina sarà costretta al tavolo dei negoziati. Il tema vero, su cui al momento permangono molti dubbi, è quanto avverrà dopo l’accordo sulla fine della guerra. (Il Fatto Quotidiano)
È ricapitato ieri: l'agenzia Reuters cita cinque fonti diverse e parla di un piano di Mosca per congelare la linea del fronte e aprire un negoziato per la pace in Ucraina; subito Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, si affretta e dire che non è vero niente e che congelare» la situazione senza raggiungere gli obiettivi previsti non servirebbe a nulla. (il Giornale)