Ludwig: riaperte a Milano indagini sul rogo del cinema Eros

Puntano ad individuare un presunto «terzo uomo» le nuove indagini della Procura di Milano sulla strage del cinema Eros avvenuta il 14 maggio 1983. Strage nella quale morirono sei persone e altre rimasero gravemente ustionate e che venne rivendicata un paio di settimane dopo con una lettera, recapitata nella sede milanese dell’ANSA, siglata dal gruppo neonazista Ludwig. Per il rogo appiccato con lo sversamento di 25 litri di benzina, nel 1991 vennero condannati a 27 anni Wolfgang Abel, morto a fine ottobre in Veneto, e Marco Furlan, scarcerato nel 2008 con l’affidamento in prova ai servizi sociali. (Gazzetta di Parma)

Se ne è parlato anche su altri media

Per quei fatti e per una scia di altri delitti sono stati condannati a 27 anni Wolfgang Abel, morto a fine ottobre in Veneto, e Marco Furlan, uscito dal carcere nel 2008 con l'affidamento ai servizi sociali. (TGR Lombardia)

In particolare: i veronesi Marco Furlan e Wolfgang Abel (morto lo scorso 28 ottobre), condannati come responsabili, hanno agito da soli? E attorno ai killer, c’era una rete di estremisti neonazisti e sette esoteriche che li ha protetti o addirittura innescati? La vicenda, a lungo sepolta, riguarda il rogo doloso che il 14 maggio 1983 distrugge la sala per adulti Eros in viale Monza a Milano, lasciando gravemente feriti cinque spettatori e un passante che ha tentato di salvarli. (Corriere Milano)

Incendio per cui sono stati condannati a 27 anni Wolfgang Abel, morto a fine ottobre in Veneto, e Marco Furlan, uscito dal carcere nel 2008 con l'affidamento ai servizi sociali. La decisione è stata presa, riporta oggi il Corriere della Sera, dopo l'inchiesta del podcast del quotidiano 'Cinema Eros'. (La Stampa)

Milano, 52enne rientra in casa e muore sul divano: indagini su presunto omicidio

A distanza di 41 anni dal fatto, sono state riaperte a Milano le indagini sull'incendio del cinema Eros, avvenuto il 14 maggio 1983. (Sky Tg24 )

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Presunto omicidio a Milano. Un 52enne italiano, dopo esser uscito di casa, avrebbe fatto rientro nell’abitazione di via Giovanni Ameglio 5, dove conviveva con la compagna, accasciandosi sul divano prima di morire. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)