Gigi Proietti nell’ultima intervista: “Alla mia età la malattia è l’età stessa”
È una delle ultime frasi pubbliche di Gigi Proietti, morto nelle prime ore del 2 novembre in seguito a un ricovero per problemi al cuore.
E’ una malattia da logoramento, però non mi va di essere pessimista, ringrazio i miei genitori per il senso dell’ironia.
Roma è stata una città di pellegrini che si è svuotata, ma è unica, non puoi paragonarla a nessun’altra città.
Roma non è riuscita a diventare una comunità, è stata una città aperta e continua a esserlo ma qualcosa si è rotto. (Tv Fanpage)
La notizia riportata su altri media
Nelle ultime ore si è molto – e giustamente – parlato di lui, lasciando trapelare anche delle ipotesi sulla sua malattia cardiaca. L’intervento quasi di routine lascia tuttavia un piccolo fattore di rischio, tanto che non tutte le operazioni riescono perfettamente. (Yahoo Notizie)
Ed; stato così fino alla fine,racconta Fabrizio Lucherini,radiologo di Villa .... stazzitta : Come svegliarsi e scoprire che è crollato il Colosseo ?? è stato uno uno dei figli più amati di Roma, dove era considerato l'ottavo re. (Zazoom Blog)
Leggi anche -> Gigi Proietti, il messaggio d’addio straziante della figlia Carlotta. Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA . Gigi Proietti, il dottor Lucherini spiega com’è morto. (ViaggiNews.com)
Il Mandrake ripeteva quel numero per ben tre volte: 18, 18, 18. I numeri non sembrano essere un caso per Gigi Proietti, infatti c’è una strana coincidenza sulla morte. (MeteoWeek)
A chi importa basta che ci faccia ridere, perché Gigi Proietti era così non era solo un uomo umile, onesto ed elegante nei suoi modi anche quando doveva fare il Burlone, noi c’è lo ricordiamo per la sua straordinaria voglia di sorridere alla vita e di allontanare le persone che non sanno farlo. (cartoonMag)
Perché Proietti avesse scelto proprio il 18 come numero da eseguire in quello sketch, non lo sapremo mai. Esatto, proprio come il celebre sketch dell’attore in cui continua a ripetere 18, 18, 18, ossessivamente fino a che un malcapitato, incuriosito, non gliene chiede il motivo. (Periodico Italiano)