Khamenei definisce legittimi gli attacchi iraniani su Israele e invita le "nazioni musulmane" a colpire lo Stato ebraico

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La guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha definito “legale e legittimo” l’attacco missilistico lanciato da Teheran contro Israele lo scorso primo ottobre, sottolineando che ha rappresentato la punizione minima per i “crimini” commessi dallo Stato ebraico. Parlando con un fucile al suo fianco, Khamenei ha guidato per la prima volta in cinque anni la preghiera del venerdì dalla grande moschea Imam Khomeini di Grand Mosalla, nel centro di Teheran, nonostante le voci di un suo dislocamento in un luogo segreto dopo l’uccisione del leader del movimento armato sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, lo scorso 27 settembre. (EURACTIV Italia)

Ne parlano anche altre fonti

Finisce 1-1 Marsiglia-Angers. Al Velodrome la squadra di De Zerbi non riesce a vincere una partita dal pronostico quasi scontato. Carboni male. (Inter-News)

Khamenei ha definito Israele un regime "vampiro" e gli Usa "un cane rabbioso" nella regione e ha assicurato che la Repubblica islamica adempirà a "qualsiasi dovere correlato" contro Israele con "forza e fermezza". (Tiscali Notizie)

Si presume che il successore di Hassan Nasrallah, Hashem Safieddine, sia rimasto ucciso nel raid. (Il Fatto Quotidiano)

Il cordoglio e la minaccia di Khamenei

Nella notte tra giovedì e venerdì sono continuati gli attacchi da parte delle forze israeliane sui quartieri meridionali di Beirut. Raid aerei israeliani sulla capitale libanese nella notte tra giovedì e venerdì. (Euronews Italiano)

Almeno 37 persone sono state uccise e 151 sono rimaste ferite negli attacchi israeliani in tutto il Libano giovedì, ha affermato il ministero della Salute libanese. (la Repubblica)

Buongiorno, sono passati cinque anni da quando abbiamo iniziato a inviarvi ogni giorno questa newsletter, provando a raccontare quello che succede fra Pechino a Washington. La prima newsletter la spedì Viviana, io imbucai (digitalmente, s’intende) la mia prima lettera proprio il 4 ottobre del 2019: si partiva dai poteri d’emergenza a Hong Kong, ma già al secondo punto arrivava l’Ucraina. (Corriere della Sera)