Auto aziendali sotto il torchio: penalizzate dal Milleproroghe
Articolo Precedente
Articolo Successivo
La Commissione Affari Costituzionale del Senato ha bocciato gli emendamenti alla Legge di Bilancio che avrebbero ridotto il carico fiscale sulle auto aziendali, provocando la protesta di ANIASA, l’Associazione Confindustria che rappresenta il settore mobilità. Dal 1° Gennaio 2025, le nuove regole fiscali aumentano il valore tassabile dei benefit auto di circa 1.600 euro annui (+67%). Il risultato? Buste paga più leggere sopratutto per i lavoratori della classe media, principali utilizzatori delle vetture aziendali. (Automoto.it)
Su altri media
Ora la promessa è quella di trovare un altro veicolo normativo. È stata confermata la stretta sulle auto aziendali introdotta dalla manovra per il 2025, ma la salvaguardia attesa nel Milleproroghe non è arrivata. (Il Sole 24 ORE)
Il fringe benefit sulle vetture aziendali sale, la tassazione pure, e chi pensava di cambiare macchina farebbe meglio a rispolverare la bici del nonno. In un Paese che fa di tutto per mettere il bastone tra le ruote a chi lavora, non poteva mancare la stretta sulle auto aziendali. (Autoappassionati.it)
Il settore delle auto aziendali in Italia coinvolge oltre un milione di lavoratori e ha sempre giocato un ruolo vitale nel sostenere la mobilità delle imprese e il rinnovamento del parco auto nazionale. (Info Motori)
A pagarne le conseguenze sono principalmente i dipendenti della classe media che, nonostante l'immatricolazione della vettura aziendale sia del dicembre 2024, si troverà costretto a pagare una tassazione maggiore in busta paga. (Virgilio)
È stata confermata la stretta sulle auto aziendali introdotta dalla manovra per il 2025, ma la salvaguardia attesa nel Milleproroghe non è arrivata. La stretta green introdotta dalla manovra penalizza soprattutto le auto ibride e quelle con motori termici con emissioni fra 61 e 160 g/km, che costituiscono il 75% delle immatricolazioni. (Il Sole 24 ORE)
Così l’ Aniasa , l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, commenta la scelta della commissione Affari Costituzionali del Senato di respingere e far ritirare gli emendamenti che intendevano rivedere l’impatto della stretta sulle auto aziendali in fringe benefit prevista nell’ultima legge di Bilancio. (Il Sole 24 ORE)