Crisi umanitaria e bombe, la «tattica» israeliana in Libano

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
il manifesto ESTERI

La tecnica che Israele sta utilizzando in Libano è quella della creazione di un’emergenza umanitaria come arma di destabilizzazione sociale, politica, psicologica, in piena violazione dei diritti umani, in cui i civili diventano mere pedine di una guerra combattuta su molti livelli, oltre al piano strettamente militare. Una tecnica applicata in maniera sistematica a Gaza. IL BILANCIO dei morti è di circa 2mila (un migliaio in questa ultima fase), 9mila i feriti, un numero di sfollati non preciso, tra quelli contati dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni e quelli fuori dai registri, che sarebbero in totale di un milione. (il manifesto)

Su altre testate

Il corpo di Hassan Nasrallah è stato recuperato intatto sul luogo dell'attacco aereo israeliano alla periferia sud di Beirut e non presenterebbe lesioni: l'ipotesi è che sia morto per soffocamento. (Sky Tg24 )

È la prima volta che Israele attraversa il confine con il Libano dal 2006. Nel 2006, dopo un'aspra guerra durata un mese tra lo Stato ebraico ed Hezbollah, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite votò all'unanimità una risoluzione (la 1701) per porre fine al conflitto. (ilmessaggero.it)

Da Est, con i bombardamenti mai interrotti sulla Beqaa. Arriva da ogni lato, da terra, nei cieli, da sud, dove le truppe israeliane continuano a lanciare incursioni per preparare una invasione più ampia. (la Repubblica)

Di nuovo Hezbollah ha tentato di colpire, mentre l’esercito dello Stato ebraico ormai è penetrato via terra oltre confine. Le sirene di allarme per i razzi sono risuonate anche a Nord d’Israele ieri sera, vicino al confine con il Libano (ilmessaggero.it)