KIEV, TRA IL GRUPPO DI CONTATTO E LA PACE
Nella base aerea di Ramstein, si tornerà a parlare di difesa dell’Ucraina. Il prossimo gruppo di contatto è fissato per il 9 gennaio, in Germania, e vedrà a partecipazione di oltre 50 Paesi, inclusi i 32 dell’Alleanza atlantica e il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, in quello che sarà uno dei suoi ultimi incarichi ufficiali. Una data cerchiata in rosso sul calendario della diplomazia internazionale. (L'Opinione)
La notizia riportata su altri media
A mostrarlo è un sondaggio dell’istituto YouGov pubblicato dal quotidiano britannico Guardian, condotto tra il 3 e il 18 dicembre su un campione di migliaia di persone in sette Paesi: Svezia, Danimarca, Regno Unito, Germania, Spagna, Francia e Italia. (Il Fatto Quotidiano)
Ad affermalo è uno studio divulgato sulla rivista statunitense Foreign Affairs il 30 dicembre dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev, un’organizzazione di ricerca che conduce sondaggi sull’opinione pubblica ucraina dall’indipendenza del 1991. (Contropiano)
Sarà che hanno capito che Donald Trump vuole chiudere i conti; sarà che, dopo tre anni di guerra, sono stanchi; sarà che hanno imparato a essere realisti e pragmatici; fatto sta che gli ucraini, secondo un sondaggio condotto dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev (Kiis), vogliono la pace e pure a condizioni non esattamente favorevoli. (Nicola Porro)
È quanto emerge da un sondaggio condotto da YouGov in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Danimarca e Gran Bretagna. È drasticamente diminuita negli ultimi 12 mesi in Europa la disponibilità dell’opinione pubblica a sostenere l’Ucraina "fino alla vittoria". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il sondaggio è stato condotto tra il 3 e il 18 dicembre ed evidenzia un crescente scetticismo riguardo al prolungato sostegno militare a Kiev mentre con ripetuti rovesci per Kiev continua la guerra con la Russia. (Contropiano)
Percentuali simili si registrano in Spagna (46% per la soluzione negoziale), Germania (45%) e Francia (43%). Al contrario, in Svezia, Danimarca e Regno Unito il sostegno alla guerra resta prevalente, ma in calo rispetto a gennaio 2024. (L'INDIPENDENTE)