La Siria, il prossimo obiettivo del «Nuovo Ordine» di Israele

L’aviazione israeliana è pronta a un attacco «significativo» in Iran che potrebbe scattare domani, in occasione dell’anniversario del 7 ottobre, o forse martedì. Lo prevedono i media israeliani riferendo voci che lasciano filtrare dai vertici politici e militari. Teheran minimizza il pericolo, ma nella capitale iraniana regna lo stato di allerta. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, dopo la sua visita a sorpresa in Libano, è arrivato ieri a Damasco per discutere con presidente Bashar Assad della situazione in Medio oriente (il manifesto)

La notizia riportata su altre testate

Il 7 ottobre 2023 è un punto di non ritorno? «Le perdite umane sono enormi, il governo israeliano non sembra voler dare priorità agli ostaggi, Hamas e Hezbollah hanno come politica di fondersi nelle popolazioni civili e gli israeliani non usano precauzioni quando vogliono colpire. (ilmessaggero.it)

È possibile che la rappresaglia di Gaza sia immorale o sproporzionata, avendo causato troppe vittime tra i civili. Le azioni di Netanyahu dopo il 7 ottobre possono essere oggetto di diversi giudizi. (L'HuffPost)

ROMA – Cosa accade in Medio Oriente? Netanyahu e il mito dei “liberatori” del Medio Oriente: tutti i fallimenti degli Stati Uniti e di Israele (Dire)

Il conflitto mediorientale: nell’ora più buia

Adesso, in attesa della replica israeliana alla pioggia di razzi di Teheran, sale in cattedra Benyamin Netanyahu, il cui governo ha battezzato «Operazione Nuovo Ordine» l’uccisione di Nasrallah, leader di Hezbollah, e l’attacco militare in corso Libano (il manifesto)

Il rischio di una guerra nucleare deve essere evitato a ogni costo, ricercando le necessarie mediazioni per un nuovo equilibrio geo-politico che garantisca la pace. Caro Avvenire, la drammatica escalation in Medio Oriente ci dimostra, ancora una volta, che gli estremismi e i fondamentalismi politici, culturali e religiosi alimentano solo guerre e varie forme di violenza, senza risolvere i problemi che sono alla base dei conflitti. (Avvenire)

Domenica scorsa ho affermato che il tentativo israeliano di annientare il terrorismo consente a noi occidentali di vivere ben protetti nelle nostre case e di farci ritenere che quel male assoluto lo si possa arginare con la forza della cultura e del dialogo senza l’uso delle armi. (LA NAZIONE)