Il Washington Post blocca l'endorsement a Harris e perde 200mila abbonati. Bezos: "La mia è la scelta giusta"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Fatto Quotidiano ESTERI

Non torna indietro, perché la sua è una “decisione di principio”, come fece l’editore Eugene Meyer dal 1933 al 1946, un modo per far recuperare credibilità al giornale in un momento in cui cronisti e media sono al minimo nel grado di fiducia e reputazione. Jeff Bezos, proprietario di Amazon e del Washington Post, in un editoriale conferma la scelta di evitare sul giornale l’endorsement della candidata democratica, come accadeva ininterrottamente da 1976 (Il Fatto Quotidiano)

Su altre testate

Forse non ha mai letto Dante e la punizione che il Sommo ha riservato agli ignavi oppure, più probabilmente, ha fatto semplicemente i suoi conti. Bezos infatti tra le altre cose è anche proprietario del Washington Post, il terzo maggiore quotidiano americano. (il Giornale)

Per i democratici è inconcepibile che il The Washington Post, il giornale liberal per eccellenza, la testata che ha scatenato il Watergate, possa per la prima volta dopo ben trentasei anni non esprimere un endorsement per il candidato dem. (Il Riformista)

Una notizia bomba nell'ambiente politico, ma anche nel mercato dell'informazione e oggi si sostanzia in perdite concrete: nel periodo di riferimento tra il 25 ottobre (data del mancato endorsement) e il 29 ottobre, gli account social del Post hanno perso 28mila follower, mentre il sito web in un solo giorno è sceso da 4,9 milioni a 3,9 milioni di accessi, come sottolinea l'agenzia Arcadia. (RaiNews)

Bezos lo ha fatto con un intervento pubblicato sul sito del Post, in cui ha spiegato la scelta con la volontà di riportare credibilità e contrastare le visioni di parte. Ba… (la Repubblica)

SAN LUIS OBISPO (Usa). “La decisione del Washington Post di non fare un endorsement nella campagna presidenziale è un grosso sbaglio”. Queste parole fanno parte di un comunicato firmato da 13 editorialisti del Washington Post che includono anche Eugene Robinson, vincitore del Premio Pulitzer nel 2009 per i suoi editoriali. (Notizie Geopolitiche)

In questo senso, la decisione di Jeff Bezos (editore dello storico quotidiano statunitense e, soprattutto, fondatore di Amazon) di non avallare l’endorsement del Post a Kamala Harris (ufficialmente per mantenere una linea di neutralità tra la candidata dem e Donald Trump) ha provocato una reazione interessante, con circa250mila abbonamenti disdetti in pochissimi giorni. (Esquire Italia)