Concordato preventivo biennale, mancano ancora le regole operative

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ECONOMIA

A pochi giorni dalla scadenza del concordato preventivo biennale, fissata per il 31 ottobre, l'Agenzia delle Entrate non ha ancora emanato il provvedimento sul ravvedimento speciale, lasciando i contribuenti al buio sulle regole operative di uno dei principali vantaggi del patto con il Fisco. Il concordato preventivo biennale, introdotto dal D. Lgs. 13/2024, è un istituto di compliance volto a favorire l'adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi, tramite un accordo fra Agenzia delle Entrate e contribuente, con il quale viene anticipatamente stabilita la base imponibile su cui applicare le imposte per i successivi due anni.

L'Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato delle nuove FAQ relative al concordato preventivo biennale per i contribuenti che applicano gli ISA (indici sintetici di affidabilità fiscale), ma il provvedimento sul ravvedimento speciale, che dovrebbe chiarire le modalità operative per aderire al concordato, non è ancora stato emanato. Questo ritardo ha suscitato preoccupazioni tra i contribuenti, che si trovano a dover prendere una decisione importante senza avere tutte le informazioni necessarie.

Un'indagine condotta da Cna nazionale su un campione di attività idonee ha rivelato che, a ieri, solo l'8,14% ha formalizzato l'adesione al concordato preventivo biennale, mentre un altro 8,22% sta ancora valutando l'opzione. La risposta delle imprese vicentine e veronesi è stata particolarmente tiepida, con adesioni ferme sotto il 5%. Questo strumento fiscale, progettato per migliorare la compliance e ridurre l'evasione, permette a lavoratori autonomi e imprese di definire anticipatamente le imposte da versare in cambio di una riduzione dei controlli fiscali.

Il termine per aderire, fissato al 31 ottobre, ha suscitato dibattiti tra sindacati e politica, con richieste di proroga che non hanno trovato accoglimento presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef).