Omicidio a Corviale, arrestato il terzo responsabile della morte di Cristiano Molè: il killer era in un ristorante di Cerveteri
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Un gruppo di fuoco pronto ad agire a Corviale, ma anche al Trullo e a Boccea per regolare i conti relativi allo spaccio di cocaina. E non solo. Una banda che agiva con metodi mafiosi e che il 15 gennaio scorso in largo Odoardo Tabacchi ha ucciso Cristiano Molè ed esattamente quattro mesi più tardi ha gambizzato in casa il suo amico Massimiliano Pacchiarotti, detto «er polpetta». Il primo per screzi prolungati, anche di natura personale con Manuel Severa, detto «il matto», mandante di entrambi gli episodi secondo gli agenti della Squadra mobile e i carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci, coordinati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia (Corriere Roma)
Ne parlano anche altre testate
La Polizia di Stato, Squadra Mobile della Questura di Roma e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, nell’ambito di specifica attività di indagine coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Roma, nella serata di giovedì 17 ottobre, hanno eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di uno dei presunti esecutori materiali dell’efferato omicidio di Cristiano Molè, avvenuto la sera dello scorso 15 gennaio e del tentato omicidio di Massimiliano Pacchiarotti, avvenuto lo scorso 15 maggio, entrambi nel quartiere di Corviale (Questure sul web)
Cristiano Molè, foto da Facebook. A cura di Natascia Grbic (Fanpage.it)
"Mi ha chiamato senza un motivo particolare e con una pistola alla tempia mi ha costretto ad avere un rapporto sessuale". Nessun rispetto. (Virgilio)
“Mi ha chiamato senza un motivo particolare e con una pistola alla tempia mi ha costretto ad avere un rapporto sessuale”. Nessun rispetto. Nessun codice d’onore. Solo prepotenza e violenza. Anche contro le donne. (Repubblica Roma)
«Mi aveva chiamato senza un motivo particolare e con una pistola alla tempia mi ha costretto ad un rapporto orale», dice una donna che insieme al compagno è rimasta impigliata nella “rete” del trio composto da Manuel Severa, Marco Casamatta e Simone Di Matteo, arrestati con l’accusa di aver ucciso Cristiano Molè e di aver provato a far fuori anche Massimiliano Pacchiarotti (ilmessaggero.it)
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