Debito pubblico statunitense, strumento di pressione?
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La Svizzera, con quasi 300 miliardi di dollari di debito americano, fa parte dei 10 maggiori creditori degli Stati Uniti, rileva un approfondimento di RTS, e secondo François Savary, fondatore di Genvil, potrebbe essere uno strumento nei negoziati tra Berna e Washington. Lo stratega della società di gestione patrimoniale ritiene che “nella ridefinizione delle relazioni mondiali da parte degli Stati Uniti, non c’è solo il commercio. (RSI Radiotelevisione svizzera)
Ne parlano anche altri media
Un debito pubblico senza pari nel mondo, con dimensioni e costi che minacciano di uscire fuori controllo proprio nel momento in cui i suoi principali detentori all’estero potrebbero voltare le spalle e valutare alternative, spinti anche dalla prospettiva di una guerra commerciale. (Il Sole 24 ORE)
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2' di lettura «Il 4,5% di rendimento - spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro - fa gola. Ma in un mondo instabile, il rendimento non basta: bisogna capire cosa lo sostiene e, soprattutto, cosa può eroderlo. (Il Sole 24 ORE)

I numeri parlano chiaro, ma non offrono scenari futuri. Il Giappone ne detiene la quota più consistente, seguita dalla Cina, anche se i dati ufficiali escono con diversi mesi di ritardo e quindi non riflettono gli ultimi drammatici sviluppi sul fronte dei dazi e delle guerre commerciali fra Stati Uniti (Milano Finanza)
Che gli Stati Uniti, dopo il caos scatenato da Trump con i dazi, non siano considerati più come il Paese economicamente più sicuro al mondo, lo dimostrano due cose accadute recentemente: l’idea di alcune nazioni di riportare a casa una parte dell’oro che hanno nei caveaux della Federal Reserve, e fors’anche dell’impenetrabile Fort Knox, e la fuga dai Treasury Bond, a favore di altre obbligazioni sovrane. (il manifesto)
In generali, infatti, quando i tassi di interesse sui Titoli di Stato di nuova emissione sono più elevati rispetto a quelli emessi in precedenza, questi ultimi si svalutano sul mercato secondario. Bisogna, però, essere consapevoli di altri rischi tra cui la svalutazione dei Treasury già in portafoglio. (FXEmpire)