Autonomia, opposizioni cantano Mameli e sventolano il Tricolore in aula

Roma, 19 nov. – Dopo il voto dell’aula che ha bocciato la mozione unitaria delle opposizioni sull’autonomia differenziata i deputati promotori hanno mostrato le bandiere tricolori e intonato l’inno di Mameli. Il vicepresidente Giorgio Mulè ha invitato tutti alla calma e chiesto agli assistenti di “piegare dolcemente le bandiera rispettandone la sacralità”.La Camera ha respinto la mozione unitaria delle opposizioni sull’autonomia differenziata con 155 no e 124 sì, due gli astenuti (Agenzia askanews)

Se ne è parlato anche su altre testate

Da un lato, abbiamo apprezzato interventi che mal celavano una certa soddisfazione, quasi un sospiro di sollievo, perché alla fine ci ha pensato la Consulta a censurare ciò che in tanti, nella maggioranza, non hanno avuto il coraggio di contestare. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Bandiera di Fratelli d’Italia è la riforma costituzionale che introduce il premierato, cioè l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Spinta da Forza Italia è la riforma costituzionale che separa le carriere di magistrati requirenti e magistrati giudicanti. (Corriere della Sera)

"Io ho arato un campo incolto e se la Corte mi dà suggerimenti, sono contento. È stata l'opposizione a chiedere l'esame costituzionale dell'autonomia, quindi se ora applichiamo i suggerimenti costituzionali, nessuno deve più rompermi gli zebedei…". (Sky Tg24 )

Autonomia differenziata: c’è molto da rifare

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionali sette punti della legge sull’Autonomia Differenziata, le opposizioni hanno presentato in modo unitario alla Camera una mozione che chiede al governo di interrompere immediatamente le intese in fase di negoziazione con le regioni sulle ‘materie non Lep’ e di sciogliere il Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Clep), il cui lavoro è stato messo in discussione dalla decisione della Consulta. (LAPRESSE)

Che succede, ora, con il referendum? La consultazione sulla riforma targata Roberto Calderoli era stata lanciata prima dell’estate da partiti e associazioni di centrosinistra. E soprattutto provare ad assestare un colpo al governo, coagulando il malcontento di un pezzo del Sud sulla riforma e provando a cavalcarlo a Roma (ilmessaggero.it)

Con la decisione del 14 novembre sulla legge Calderoli in materia di forme particolari di autonomia, la Corte costituzionale ha fatto un gran botto. La decisione della Consulta impone una revisione radicale dell’architettura della legge sulla autonomia differenziata (Lavoce.info)