Ursula von der Leyen l’accentratrice ma senza autonomia
Sono trent’anni che il Parlamento europeo esprime il suo consenso sul rinnovo della Commissione, eppure l’attenzione al voto di ieri segna qualche differenza di peso. Ursula von der Leyen è la terza Presidente riconfermata dal Parlamento, dopo Delors nel 1993 e Barroso nel 2009. Ma il suo rinnovo non è una questione nominale. Alimenta anzi l’impressione di una tendenza «presidenziale» della caric… (La Stampa)
Ne parlano anche altri giornali
Riconferma amara per Ursula von der Leyen che fa il bis alla guida della Commissione europea con una maggioranza decisamente risicata: i sì, espressi in forma palese, sono stati 370 (appena 9 sopra la soglia della maggioranza degli aventi diritto), i contrari 282, le astensioni 36 per passare oggi bastava la maggioranza semplice dei votanti ma von der Leyen ha raccolto ben 31 voti in meno dei 401 incassati a luglio, quando il Parlamento, a scrutinio segreto, le aveva affidato il mandato. (Teleborsa)
Le maggiori defezioni sono arrivate dal campo «amico», dove istanze nazionali si sono mescolate a errori di strategia. La nuova Commissione europea ha passato l’esame dell’aula di Strasburgo con 370 voti a favore, 282 contro e 36 astenuti su 688 votanti. (Corriere della Sera)
E così, mentre le agenzie si affollavano con i commenti entusiasti di Forza Italia e Fratelli d’Italia («Il detonatore degli equilibri è stata Giorgia Meloni», copyright Nicola Procaccini) la Lega sparava sui social il suo meme: «Voto compatto della Lega: no a von der Leyen». (Corriere della Sera)
Davanti ai banchi vuoti dei Patrioti e dei Sovranisti, che hanno preferito il discutibile caffè frances… Ha sbrigato la pratica il più in fretta possibile, come se si trovasse davanti a un funzionario dell’Agenzia delle entrate. (La Stampa)