Occhio ai cibi ultraprocessati. Quali sono i (pericolosi) insospettabili
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Acquistati e consumati in quasi tutto il mondo, i cibi ultraprocessati, simbolo della nostra epoca, costituiscono però un rischio per la salute. Secondo il medico e divulgatore scientifico per la BBC Chris van Tulleken, possono fare davvero male e causare patologie anche gravi, ecco perché sarebbe meglio evitarli il più possibile. Van Tulleken ha addirittura scritto un libro sull'argomento, ribadendo il concetto e spiegando che certi cibi da eliminare dalla nostra dieta sono addirittura insospettabili. (il Giornale)
Su altri giornali
I cibi ultra-processati, consumati in grande quantità, portano a un’accelerazione dell’invecchiamento biologico. Nelle scelte alimentari è importante considerare la qualità nutrizionale, ma anche il grado di lavorazione dei cibi iStock (LifeGate)
Gli anni dal 2016 al 2025 sono stati designati dall'ONU come Decennio della Nutrizione, contro le minacce multiple a sistemi, forniture e sicurezza alimentari e, quindi, alla salute umana e alla biosfera; può rientrare nell'iniziativa cercare di capire quali alimenti contribuiscano alla salute e al benessere e quali siano malsani. (Unimondo.org)
La soda, per esempio, e tutte le bibite gassate e addizionate di zucchero. E poi i prodotti a base di carne eccessivamente lavorata, carichi di additivi e conservanti, come gli hot dog, i wurstel, le cotolette industriali. (Gambero Rosso)
A ribadirlo, in un libro dedicato diventato best seller, è il divulgatore inglese van Tulleken che avverte: «Gli alimenti da cui guardarsi sono spesso insospettabili» (Corriere della Sera)
Il problema non è la merendina che ci concediamo una volta ogni tanto, ma il consumo regolare di cibi ultra processati", ha spiegato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. "Non ho la presunzione di dire alle persone cosa mangiare né intendo creare il panico. (Liberoquotidiano.it)
A ribadirlo, in un libro dedicato diventato best seller, è il divulgatore inglese van Tulleken che avverte: «Gli alimenti da cui guardarsi sono spesso insospettabili» (Corriere della Sera)