Volkswagen resta bloccata in folle (globalmente) per un cyber-guasto
In uno scenario, per certi versi, simile a quanto successo a inizio settembre a Toyota, Volkswagen, il gigante dell'industria automobilistica, è stato colpito da un misterioso incidente informatico che ha paralizzato le operazioni in molte delle sue sedi globali. L'evento ha avuto inizio mercoledì alle 12:30 ora locale presso la sede principale dell'azienda a Wolfsburg, in Germania, e ha avuto un impatto su sistemi informatici, e di produzione in tutto il mondo. (Tom's Hardware Italia)
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Il settore elettrico nel mercato auto è pressoché altalenante, e lo sappiamo bene. Quello che sta succedendo in queste ore ne è la prova: in Germania infatti la Casa automobilistica Volkswagen ha preso una decisione che non ci aspettavamo, almeno non prima dell’annuncio di nemmeno due settimane fa che parlava di una crisi nell’elettrico. (Virgilio Motori)
Il mercato automobilistico europeo sta dando i primi segnali di disallineamento tra la capacità produttiva delle fabbriche, i costi annessi del lavoro a fronte di obiettivi non raggiunti e le vendite di auto elettriche. (SicurAUTO.it)
Le problematiche sono state poi risolte nel corso della notte e, adesso, le attività di produzione sono ripartite regolarmente come ha sottolineato un portavoce del Gruppo tedesco. (HDmotori)
Ancora un brand famoso costretto a fermare la produzione di due modelli di questo genere. A questo punto, la situazione diventa pesante e ci chiediamo cosa potrebbe succedere in futuro. Qualche giorno fa è arrivata la notizia che Stellantis ha dovuto bloccare la produzione del suo modello Fiat 500E per una concomitanza di eventi che comprende la scarsa richiesta per l’automobile. (Mondo Fuoristrada)
Il gruppo Volkswagen ha superato la crisi sulla rete informatica, che ha causato per l’intera giornata di mercoledì una interruzione della produzione nella maggior parte dei suoi stabilimenti in Germania (Il Sole 24 ORE)
L'incidente, iniziato mercoledì mattina, ha coinvolto l'intero gruppo, compresi marchi come Porsche e Audi, mettendo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture digitali della più grande casa automobilistica europea. (Money.it)