Gli hacker dell’agenzia nel database delle polizie: “Dai che freghiamo tutta Italia”

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Ponte sullo Stretto

ROMA — C’era un obiettivo: «Tenere in pugno il Paese» scrive il gip. «Fregare tutta Italia», sintetizzano loro, gli spioni di «via Pattari», registrati dalle microspie dei carabinieri. Eccola, la storia di Equalize, l’agenzia di investigazione, meglio di financial and reputational risk investigation, che dal salotto buono di Milano rubava i segreti della finanza e della politica per ricattarla. (la Repubblica)

Su altre fonti

Sono emblematiche queste parole, che esprimono l’esaltazione di uno dei principali indagati nella maxi inchiesta sugli hacker, che facevano affari milionari spiando le aziende e rivendendo le informazioni in quello che lo stesso procuratore Antimafia Giovanni Melillo ha definito un "gigantesco mercato nero di dati riservati". (MilanoToday.it)

Da fine gennaio a fine ottobre abbiamo seguito quasi in diretta quanto avveniva dietro le quinte del più grande gruppo mondiale degli occhiali: 25 miliardi di fatturato, 16 miliardi di utile e una battaglia legale sull'eredità, che dopo la morte del patron Leonardo Del Vecchio nel 2022 è ancora in alto mare. (Today.it)

Che alla «Equalize srl» potevano avere perché «autorizzati dal Governo con regolare licenza...»: «Noi per fare sto lavoro, abbiamo l’autorizzazione del Ministero dell’Interno, certo», rassicurava i potenziali clienti il «dominus» e ad, l’ex superpoliziotto Carmine Gallo. (Corriere Milano)

Anche Mattarella nel mirino degli spioni. Nordio: "Nessuno è al sicuro, gli hacker sono più avanti"

Leonardo Maria del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica Ci sono nomi importanti, nomi di secondo piano e persino nomi di morti tra le decine di «bersagli» degli accertamenti abusivi compiuti dalla squadra di Equalize, guidata dall'ex commissario di polizia Carmine Gallo. (il Giornale)

In una conversazione tra indagati, nell'inchiesta di Milano sugli accessi abusive alle banche dati che ha portato ieri a sei misure cautelari, si lasciava intendere di aver "intercettato" o "clonato" un account mail del Quirinale. (Secolo d'Italia)

Ci sono anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il figlio Geronimo tra le persone finite nel mirino della rete di presunti spioni guidata dal super poliziotto Carmine Gallo, ai domiciliari, e da Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano (Tiscali Notizie)