«Pena di morte per i gay». E nel mirino anche Elly Schlein: le chat che inchiodano un 16enne neonazista del Salento
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Tra i venticinque indagati nell’inchiesta condotta dalla Digos di Bologna sulla cellula neonazista “Werwolf Division” - poi ribattezzata “Divisione Nuova Alba” - emerge il profilo inquietante di un giovane di appena 16 anni, originario di Novoli, nel Salento. Conosciuto negli ambienti estremisti con il soprannome di “M. Dux”, il ragazzo è descritto dagli inquirenti come una figura attiva e determinata, nonostante la giovane età, nell’aderire ai piani eversivi del gruppo. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri media
Obiettivo comune: distruggere Israele. Perché il collante che le indagini - iniziate dalla Digos di Napoli e poi trasferite per competenza nel capoluogo emiliano - hanno individuato è preciso: l'antisionismo che diventa antisemitismo, e che porta a fare fronte comune estremisti di diverse provenienze. (il Giornale)
Del gruppo neonazista, Trevisani sarebbe il leader e per questo, da oltre un anno, non assume più sostanze. Per questo, Daniele Trevisani non si droga più. (Corriere della Sera)
Nella lista dei venticinque indagati del gruppo neonazista sgominato in Italia dalle Direzioni distrettuali antiterrorismo delle Procure di Bologna e di Napoli ci sono anche un triestino e un pordenonese. (Il Piccolo)
Non si rifà al fascismo italiano ma guarda semmai al neonazismo, agli Hammerskins, all’Europa orientale, da dove spesso arrivano i finanziamenti, a QAnon. Un’estrema destra che da una decina d’anni sta prendendo casa anch… (La Repubblica)
Ma sto ricevendo chiamate di solidarietà da tutto l'arco parlamentare e questo mi rincuora». David Parenzo, giornalista e conduttore di L'aria che tira su La7, racconta di essere stato informato dell'inchiesta sull'organizzazione estremista neonazista sgominata a Bologna (Corriere Roma)
Lo scambio con quello che è stato ritenuto ai vertici del gruppo a vocazione nazista, suprematista bianco, antisemita e negazionista della Shoah, il bolognese Andrea Ziosi, erano frequenti. La prima inchiesta risale al 2021: è della procura di Napoli. (il Resto del Carlino)