Pulcinella piazza Municipio, «condom gigante» sotto l'opera di Gaetano Pesce a Napoli: la provocazione

A Napoli, la creatività popolare non conosce limiti e trova nuove forme di espressione, anche di fronte alle opere d'arte. È successo in Piazza Municipio, dove la statua del Pulcinella di Gaetano Pesce, già oggetto di accese discussioni, è diventata inconsapevolmente protagonista di un gesto ironico che ha subito catturato l’attenzione di molti. La provocazione Un hula hoop avvolto in cellophane, è stato collocato in prossimità dell'opera, a simboleggiare, secondo l'immaginario collettivo, un preservativo adeguato alle dimensioni dell'opera d'arte. (ilmattino.it)

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Che a Napoli corrisponde a quando un personaggio o un episodio viene riprodotto nel presepe, quando entra far parte della famiglia di San Gregorio Armeno. Così è andata stavolta: il maestro dell'arte presepiale Marco Ferrigno, rappresentante di una dinastia di artigiani specializzati in pastori e natività, ha creato una mini scultura di Pesce. (ilmattino.it)

1.78 L'hula hoop "apparso" questa mattina (Fanpage.it)

Mi piace perché va oltre gli schemi. Solo alcune capitali del mondo come Napoli, Londra o New York, potevano accogliere l’opera di Pesce e mostrare al mondo quanto bigottismo c’è nelle nostre coscienze, e quanto è stupida la censura. (IlNapolista)

Il "Pulcinella di Pesce" spopola tra i turisti e anche sul presepe

Il Pulcinella in piazza Municipio di Gaetano Pesce è l'argomento più virale del momento. Ormai è sulla bocca e... (ilmattino.it)

"Nostro padre non avrebbe mai pensato di offrire a Napoli qualcosa di offensivo o scontato. È stato un gesto di grande dolcezza, che ha messo in risalto una Napoli ricca di sfumature, aperta e accogliente, proprio come l’amore che lui provava per lei". (La Repubblica)

A Napoli, quando un personaggio o un’opera conquista un posto tra i pastori del presepe, è come ricevere l’Oscar della popolarità. La scultura, situata in piazza Municipio, è stata riprodotta in miniatura dal celebre artigiano napoletano, segnando così la sua consacrazione nell’iconico mondo di San Gregorio Armeno, patria del presepe napoletano. (Il Fatto Vesuviano)