Calenzano, deposito sequestrato. Fari sulla manutenzione
Da un lato la rabbia e il dolore dei parenti e dei colleghi delle vittime, dall'altro il cordoglio istituzionale e il lavoro degli inquirenti per accertare le responsabilità: sono i due volti della tragedia di Calenzano, con l'esplosione di un deposito di carburante Eni che lunedì mattina è costata la vita a cinque persone. Se ieri mattina giornata di lutto regionale le istituzioni toscane si sono fermate per un momento di raccoglimento per le vittime, nel pomeriggio nella piazza principale di Calenzano si è tenuta una manifestazione indetta dalle maggiori sigle sindacali per dire basta alle morti sul lavoro, con la partecipazione di oltre un migliaio di persone. (il Giornale)
Su altri giornali
La mattina della terribile esplosione all’interno del deposito dell’Eni, a poca distanza dalla pensilina dove le autocisterne erano impegnate nel caricare il carburante, c’era un bobcat, un carrello elevatore, in funzione. (Corriere Fiorentino)
La circostanza conferma piuttosto la disinvoltura nel disporre lavori nella zona di carico carburante senza ritenere di dover fermare l’accesso delle autocisterne. Ma poco importa. (Corriere della Sera)
La vicinanza di questa operazione potrebbe aver contribuito all'innesco dell'esplosione. È quanto si apprende ai margini dell'inchiesta della procura di Prato, in base a ipotesi maturate nel prosieguo degli accertamenti tecnici in corso. (Corriere Fiorentino)
È quanto emerge dagli ultimi accertamenti disposti dalla Procura di Prato sulla tragedia avvenuta lunedì mattina alle 10,20 al deposito di carburanti Eni a Calenzano nel quale hanno perso la vita cinque persone, tre autotrasportatori che stavano rifornendo le autocisterne nelle postazioni e due tecnici della Sergen srl di Potenza che stavano eseguendo lavori di manutenzione per Eni. (LA NAZIONE)