Italia non pervenuta ai Mondiali di ciclismo. Ciccone 25°, azzurri assenti nelle fasi calde

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InBici SPORT

Un Mondiale che verrà ricordato da tutti gli appassionati, quello di Zurigo. L’attacco di Tadej Pogacar a 100 chilometri dal traguardo per mettersi addosso la maglia iridata quasi tre ore dopo è già leggenda. Tutti gli altri sono stati ridotti a figuranti, ma l’Italia forse è riuscita a fare ancora peggio. Dal 18 al 25 Gennaio 2025 in Costa Blanca Pedala con Riccardo Magrini, Luca Gregorio e Wladimir Belli i commentatori del cisclimo su Eurosport Italia Non era la gara in cui la nazionale di Daniele Bennati si presentava con delle ambizioni concrete. (InBici)

Ne parlano anche altri media

A Zurigo il miglior italiano all'arrivo è stato Giulio Ciccone con il suo 25simo posto a 6'36" da Pogacar. Concludono la corsa anche Rota (43°), Zambanini (45°), Ulissi (48°), Cattaneo (63°), Zana (66°) e Tiberi (69°). (TUTTOBICIWEB.it)

Con la conclusione dei Mondiali di Zurigo ci avviamo ormai alla conclusione della stagione 2024 di ciclismo. Sia all'Europeo, quando il ct aveva chiesto di non correre in testa nell'ultimo km, col rischio di essere poi superato proprio prima dello sprint, sia al Mondiale quando c'era precisa richiesta di non seguire attacchi di Pogacar. (Eurosport IT)

Era dal 1950, quando nessuno dei sei azzurri al via (c’era anche Bartali) arrivò al traguardo, che non andavamo così male a un Mondiale: il primo è stato Giulio Ciccone, 25° a 6’36”. Sul percorso di Zurigo abbiamo visto centinaia di bandiere tricolori, non le maglie azzurre. (La Gazzetta dello Sport)

Cattaneo, entrando in una bella fuga. Ciccone, con due tentativi di allungo. (Bici.PRO)

«Ancora non ho smaltito l’amarezza del mondiale. E quando si torna a casa a mani vuote da certe competizioni, occorre chiedersi cosa si sarebbe dovuto fare per raggiungere i risultati che non sono arrivati. (Bicisport)

Il CT azzurro aveva già mostrato la sua delusione per il risultato di una corsa in cui l'Italia si era vista poco, pur con qualche singolo che ha provato comunque a dire la sua, ma ora affida ai social una riflessione aggiuntiva, in cui non si sottrae dalle sue responsabilità, sottolineando comunque che sarebbe stato ben difficile poter sperare in qualcosa di meglio in una giornata come quella che domenica scorsa ha visto Tadej Pogacar lasciale un'altra indelebile traccia nella storia del ciclismo. (SpazioCiclismo)